Il calo del traffico nel Porto Canale ha raggiunto livelli di guardia e ai lavoratori della Cict viene chiesto di saltare turni di lavoro per "l'assenza di attività".

Il numero di navi e container in arrivo è crollato, il mercato è cambiato e la situazione preoccupa lavoratori, sindacati e vertici del porto.

"Sono moderatamente preoccupato perché ci sono sempre andamenti ciclici, siamo stati con le banchine deserte e poi quasi a pieno carico. Stiamo monitorando la situazione perché è fondamentale che il porto industriale continui a essere un bacino appetibile per i traffici mondiali", commenta Massimo Deiana, presidente dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna.

Il problema principale del Porto canale sono le dimensioni delle gru: le principali compagnie si affidano a grandi navi che hanno bisogno di gru più alte e più lunghe.

LE GRANDI GRU - "L'aspetto infrastrutturale è molto importante: per il transhipment si usano maxi-navi porta container e qui stiamo aspettando che la Cict porti a termine la procedura per l'acquisto di nuove gru con 50 milioni previsti nel piano di localizzazione prossimo alla proroga", spiega Salvatore Mattana, presidente del Cacip che sta per realizzare la nuova strada Conti Vecchi che permetterà di collegare l'area industriale di Macchiareddu alle banchine in pochi minuti.

"È il classico serpente che si morde la coda - commenta Massimiliana Tocco, segretaria generale della Filt-Cgil - la Cict non compra le nuove gru perché non c'è abbastanza traffico ma senza infrastrutture adeguate sarà difficile che qualche grande compagnia voglia puntare sul nostro porto".

Il mercato è cambiato in modo rapido: in poco più di un anno si è trasformata la geografia delle società internazionali che lo gestiscono.

"Solo un anno e mezzo fa il traffico era in mano a una dozzina di grosse compagnie, compresa la Hapag Lloyd che operava qui - spiega l'ex assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana - poi molte sono fallite o sono state incorporate e ora tutto il traffico mondiale è gestito da tre grandi alleanze, dove è entrata anche la Hapag Lloyd".

I SINDACATI - Dai sindacati arriva un invito a non subire le nuove dinamiche.

"Abbiamo chiesto all'Autorità portuale di impegnarsi col Governo perché per intercettare il traffico delle navi serve un grande impegno a livello ministeriale, coinvolgendo gli Esteri, l'Economia e i Trasporti", commenta William Zonca, segretario generale Uil-Trasporti, "la preoccupazione è molto forte, i momenti di calo prima incidevano sugli altri portuali mentre ora coinvolge direttamente i dipendenti della Cict, la controllata della Contship".

I sindacati, che domani incontreranno l'azienda, chiedono uno sforzo alla politica locale.

"La crisi del Porto canale metterebbe in ginocchio quasi un migliaio di famiglie - aggiunge Massimiliana Tocco della Cgil - chiediamo che si muovano anche Regione, Città metropolitana e Comune".
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