Il ministero, con un decreto del dicembre scorso, ha stabilito  che a Cagliari ci sono 13.409 fuori sede senza un alloggio in strutture universitarie: i posti disponibili nelle case dello studente sono appena 460 (dato aggiornato al 2020). Per questo l’Ersu a marzo ha innalzato la soglia obiettivo per i letti, per i quali devono essere realizzate nuove strutture: vuole raggiungere quota 2.774. Le manovre immobiliari sono già iniziate, con la costruzione di nuovi campus – in atto e annunciata – e la ricerca di palazzi da comprare.

Ma dall’altra parte ci sono studi che raccontano una realtà diversa: la Sardegna rischia di essere la regione che nel 2040 avrà subito il maggiore calo di popolazione tra i 18 e i 21 anni, ossia di coloro che potenzialmente potrebbero iscriversi a un ateneo: le proiezioni della Talents Venture, società che si occupa di ricerca in supporto alle Università italiane, dicono che i giovani in quella fascia d’età nell’isola caleranno del 33,9%. A questo dato si devono aggiungere  quello della dispersione scolastica e l’altrp dell’emigrazione giovanile, che in Sardegna fanno registrare tassi altissimi. Da qui la domanda: quando i posti letto saranno disponibili, ci saranno ancora gli studenti per occuparli? 

È di questi giorni la polemica sul caro affitti per le stanze per gli studenti. La protesta, con i giovani accampati nelle piazze con le tende, si è estesa a numerose città. Qualcosa si è visto anche a Cagliari, ma la contestazione non ha preso piede. 

La fotografia della situazione alloggi l’ha scattata il Mur, con il decreto di dicembre firmato dalla ministra Anna Maria Bernini, che detta le condizioni per la distribuzione di 660 milioni di euro del Pnrr destinati all’housing universitario. Tra gli allegati, è ricostruito il fabbisogno in ciascuna provincia. A Cagliari la situazione è questa: 460 posti, 13.869 fuori sede,  13.409 dei quali sono senza un alloggio in edilizia universitaria, 2.314 il fabbisogno target del 20 per cento di copertura secondo il ministero. L’Ersu di Cagliari punta più in alto. Alcuni progetti – come la nuova casa dello studente di via Trentino – non sono ancora partiti. E nel 2040, quando forse sarà realizzata, gli universitari potrebbero essersi ridotti di un terzo rispetto agli attuali. 

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