Non “sbarellate”. Ossia: non fate scendere i pazienti dalle ambulanze e non fateli entrare in pronto soccorso. La direttiva è arrivata nei giorni scorsi agli operatori del 118 che stazionavano all’esterno del Santissima Trinità, a Cagliari. 

Conseguenza: ambulanze in fila, attese infinite con chi aveva bisogno di assistenza costretto ad aspettare a bordo. E mezzi sottratti al territorio perché bloccati nel piazzale. Un problema che si è registrato a Is Mirrionis, ma anche in altre strutture sanitarie della città.

Il motivo: gli ospedali sono saturi e non ci sono i posti per i ricoveri di una impressionante mole di pazienti, in un periodo nel quale le patologie respiratorie (non Covid, ma influenze varie) si vanno a sommare alle ordinarie, colpendo una popolazione sempre più anziana.

In più, manca l’assistenza territoriale: i medici di famiglia sono sempre meno, le guardie mediche pure. E le uniche soluzioni di cura restano gli ospedali. Che non ce la fanno più. Come non ce la fa il personale (solo stanotte al Santissima Trinità sono stati trattati settanta pazienti), l’utenza e i soccorritori del 118. Il sistema rischia il collasso.

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