«Il tempo è galantuomo. Alle volte prima di quanto ci si aspetti. E disvela con candore, con semplicità, anche le più raffinate alchimie politico-giuridiche distillate per celare le verità più imbarazzanti. Come sul nuovo stadio di Cagliari».

Inizia così una lunga nota diffusa dall’ex governatore della Sardegna Christian Solinas dedicata al nuovo impianto del capoluogo.

«Per anni – scrive Solinas – sono stato oggetto di un attacco senza sosta sul punto, con le ricostruzioni più fantasiose ed inverosimili del mio pensiero. La mia posizione è sempre stata chiara: la Regione, a mio avviso, avrebbe potuto finanziare esclusivamente l’impianto sportivo in un rapporto chiaro tra enti pubblici. Se l’esigenza era dare ai tifosi ed alla Sardegna intera un nuovo stadio in linea con gli standard delle competizioni internazionali e confortevole per giocatori e spettatori, ho sempre detto fermamente che la Regione avrebbe fatto la sua parte. E così è stato. Prima una legge, poi una delibera della Giunta Regionale e dunque l’Accordo di Programma da me sottoscritto e pubblicato sul Buras avevano messo a disposizione del Comune di Cagliari ben 50 milioni di euro».

Solinas sottolinea le due condizioni poste dalla sua amministrazione, ovvero: «Le risorse saranno attribuite al Comune di Cagliari per le sole attività connesse alla realizzazione dell’impianto sportivo» e «la Regione rimane espressamente estranea ad ogni rapporto comunque nascente con terzi in dipendenza della realizzazione delle attività oggetto del presente accordo e che nessuna azione di rivalsa potrà essere esercitata nei confronti della medesima».

Oggi, invece, prosegue Solinas dopo la deliberazione per il Consiglio Comunale di Cagliari n. 156 del 9.12.2024 e la bozza di un nuovo Accordo di Programma da sottoscrivere tra la giunta regionale Todde e l’amministrazione Zedda, «si svela l’arcano: il progetto non prevede solo lo stadio e, dunque, i relativi costi contengono anche la realizzazione di altre iniziative imprenditoriali, che in base al mio Accordo di Programma non sarebbero stati finanziabili con i fondi pubblici, ma avrebbero dovuto eventualmente essere coperti con risorse dei privati».

«Dietro la cortina fumogena della revisione del progetto norma con la riduzione delle volumetrie dei comparti limitrofi allo stadio per favorire aree verdi attrezzate, la proposta di deliberazione del Consiglio Comunale prevede – elenca Solinas – anche la realizzazione di un hotel nell’area stadio dotato di 126 stanze e circa 2.000 mq dedicati a spazi per convention e riunioni aziendali; un centro benessere di circa 4.000 metri quadri; un bar sport, gestito direttamente dalla società calcistica».

«Insomma – prosegue Solinas - un gioco di prestigio con cui si modificano limiti e impegni reciproci tra amministrazioni esclusivamente a favore del soggetto proponente e che mette finalmente a nudo i reali intendimenti delle parti: finanziare con danaro pubblico opere che non sarebbero finanziabili se non in violazione della disciplina della concorrenza e del libero mercato. Si tratterebbe infatti di un ingiustificato aiuto di stato ad un soggetto imprenditoriale che sotto la veste larga di un impianto sportivo pubblico coprirebbe la realizzazione di altre strutture in concorrenza con altre presenti sul territorio e realizzate con risorse private».
«Ma ormai si è capito – conclude Solinas – nell’Isola dei nuraghi alcuni sono più uguali degli altri. E quando certe cose provengano da taluni, non si giudica ciò che fanno ma si guarda benevolmente a chi sono, a quali circuiti appartengono e si perdona, erigendo il peccato a virtù. Vae alteris!».

(Unioneonline)

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