È scontro aperto tra Governo e Regione Sardegna sul fronte delle norme paesaggistiche e urbanistiche. Dopo l'interpretazione autentica del Ppr approvata di recente dal Consiglio regionale, anche l'ultima proroga del Piano casa finisce sotto la lente di Roma.

Ma se nel primo caso l'ufficio competente del ministero dell'Ambiente suggerisce al Consiglio dei ministri di impugnare la legge, nel secondo il ministero dei Beni culturali chiede alla Regione di integrare il testo di proroga evitando così il ricorso del Governo.

Nelle sue osservazioni il Mibact fa notare che il rinvio dei termini al 31 dicembre 2020 è "l'ennesimo di una disciplina introdotta nel 2009 che consente la realizzazione di nuove volumetrie in deroga alla pianificazione urbanistica, anche nelle aree sottoposte a tutela paesaggistica". In questo modo, spiega, "si protrae l'efficacia di una disciplina già a carattere derogatorio destinata ad avere un'applicazione temporale limitata". Il risultato è che "la disciplina, venuto meno il carattere di temporaneità, manifesta palesi profili di illegittimità costituzionale".

Il ministero, comunque, dà la possibilità di rimediare alla Regione Sardegna. Integrando il testo con un comma che "mette al sicuro" i beni sottoposti a tutela paesaggistica. In sostanza, si chiede di specificare che gli interventi che li riguardano siano decisi congiuntamente con il Mibact.

Per quanto riguarda invece la norma sul Ppr approvata dal Consiglio il 13 luglio scorso, il ministero dell'Ambiente chiede al Consiglio dei ministri di impugnarla davanti alla Corte costituzionale perché "la legge contempla talune disposizioni che appaiono costituzionalmente illegittime, in quanto contrastanti con la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema".

(Unioneonline/v.l.)
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