Il costo dell'appartamento era superiore rispetto all'acconto ricevuto. Ottantacinquemila euro in più. Ma l'aspirante acquirente, pur conoscendo il reale prezzo di vendita, non avrebbe pagato la differenza. Quindi, secondo il Tribunale, non c'è stata alcuna truffa. È stato assolto con formula piena Gianfranco Pilloni, 60 anni, Gran Maestro della Massoneria cagliaritano, finito a processo dopo essere stato denunciato da una donna che diceva di essere stata raggirata. Per la giudice monocratica Alessandra Angioni, «il fatto non sussiste».

Pilloni, difeso dall'avvocato Mario Canessa, era imputato in qualità di amministratore unico della "Pilloni immobiliare srl". A denunciarlo nel 2010 era stata una donna, Anna Maria Curreli (parte civile con l'avvocato Silvio Demurtas) intenzionata a comprare un appartamento al settimo piano di una palazzina a Sestu dalla società immobiliare di cui Pilloni era amministratore. Curreli sosteneva di aver già pagato 135mila euro (un assegno da 75mila e il resto in contanti) per quella casa che non le sarebbe mai stata consegnata. Pomo della discordia, un contratto di compravendita: la parte offesa sosteneva di averne firmato uno in cui veniva indicato il costo in 135mila euro, ovvero la somma che aveva già pagato.

Nel corso del processo è stata però smentita dalla difesa di Pilloni: il legale ha prodotto un altro compromesso di vendita nel quale il prezzo della casa era indicato in 220mila euro. Curreli aveva affermato in aula di non aver mai visto quel secondo contratto. Ma su queldocumento c'erano le sue firme. Ad accertare che nessuno le avesse falsificate sono stati due consulenti, uno nominato dalla difesa, l'altro dal giudice. Per la grafologa Alessandra Piredda le firme sul contratto erano compatibili con quelle della donna. Il Tribunale ha deciso: non fu truffa.
© Riproduzione riservata