Cartella in mano, l'ufficiale giudiziario si è presentato puntuale al numero 14 di via Cimabue, nel cuore del quartiere cagliaritano di Mulinu Becciu. Arrivo annunciato da tempo.

L'aspettavano Francesco Serra, 31 anni, e sua moglie Maria Lidia Muscas di 30. Con loro, i figli di sette anni, di tre, due e cinque mesi.

Quell'appartamento, di proprietà Area, vuoto, l'avevano occupato un anno fa, "esattamente il 27 novembre scorso", ricorda la signora. Oggi era il giorno dello sfratto. L'ennesimo. Doveva essere quello esecutivo ma così non è stato.

L'ufficiale giudiziario si è presentato da solo. Né funzionari dell'ente regionale, né forze di polizia.

C'erano invece, in via Pacinotti, gli uomini e le donne del Movimento di lotta per la Casa Casteddu, arrivati per dare man forte ai due giovani coniugi. Rinvio. Accordato da Area, imposto dalla Prefettura per la presenza dei bambini.

"L'assegnazione delle case sta avvenendo con graduatorie vecchissime, non abbiano nessuna possibilità di inserirci. Ma abbiamo la necessità di dare una casa ai miei figli, di farli vivere sereni come gli altri bambini", dicono Francesco Serra e Maria Lidia Muscas. "Questa casa era sfitta, così come lo sono altri appartamenti di fronte. Al piano superiore ce n'è uno di fatto libero. Eppure ciò che mi è stato proposto è stato di andare io a Sant'Ignazio e i miei figli con mia moglie in casa famiglia".

Parla con rabbia, Francesco Serra: "Sono disposto ad andar via da qui, a sistemare anche la casa ma prima devono darcene un'altra, una delle tante disabitate che ci sono in città. Di Area o del Comune".

Prima, magari, del 7 febbraio, quando l'ufficiale giudiziario tornerà in via Cimabue.
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