Microcitemico, la letterina a Babbo Natale del piccolo paziente: “Porta un cuore nuovo ai politici”
La portavoce dei genitori nei giorni scorsi sentita in Procura sulle terapie negate: “Abbiamo diritto a essere curati in Sardegna, combattiamo questa battaglia da soli”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
“Caro Babbo Natale, quest’anno ti chiedo di dare un cuore nuovo ai politici che, pur conoscendo perfettamente ciò di cui abbiamo bisogno per il reparto di Oncoematologia pediatrica e per il Centro Trapianti, non hanno ancora fatto niente per risolvere tutti i problemi che hanno creato loro stessi”.
Inizia così la “letterina” scritta da un bambino, tra tanti, che sono ricoverati nell’ospedale di via Jenner, a Cagliari. L’autrice reale è Francesca Ziccheddu, portavoce dell’Asgop, l’associazione dei genitori dell’oncoematologia pediatrica. Una “missiva” destinata virtualmente a chi dovrebbe portare i doni, ma in realtà indirizzata a chi prende le decisioni sulla salute dei sardi.
La Ziccheddu nei giorni scorsi è stata ascoltata in Procura dai carabinieri del Nas e dal Pm Andrea Vacca, che stanno conducendo l’inchiesta sulle presunte cure negate ai piccoli pazienti. Il fascicolo è aperto e gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
E al bimbo fa chiedere “un cuore nuovo, che rincominci a battere all’unisono con il nostro diritto di essere curati al meglio anche qui in Sardegna, con la nostra ansia di rispettare i protocolli della terapia, con la nostra speranza che tutto fili liscio fino alla guarigione affinché non ci ritroviamo costretti a partire per poterci curare”.
Portagli un cuore e una coscienza, aggiunge rivolgendosi ancora a “Babbo Natale”, “perché non cerchino colpevoli e punizioni dove loro stessi sono responsabili per incapacità di ascolto, di analisi e di prendere decisioni”.
Poi un ringraziamento “a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che con la loro assoluta dedizione stanno colmando un vuoto organizzativo sacrificandosi oltre ogni limite”
Quella che si combatte per il Microcitemico è “una battaglia che continuiamo a portare avanti da soli, perché a quanto pare si è persa la capacità di fare sintesi, la volontà di trovare la quadra tra diverse, legittime esigenze: tra il garantire le cure ai piccoli pazienti di Oncoematologia e Centro Trapianti e le richieste di altri soggetti all’interno dell’ospedale Microcitemico. Passa da tutti quanti e portagli un po’ del nostro coraggio che ne hanno bisogno”.
(Unioneonline/E.Fr.)