«Quello del 4 dicembre non è un voto sul governo, ma è l'occasione di far ripartire l'Italia dopo 20 anni».

Davanti alla platea del Palazzo dei congressi della Fiera di Cagliari e sul palco del teatro Verdi di Sassari, il premier Matteo Renzi ha voluto più volte tracciare il solco tra il voto al referendum e il giudizio politico. «Se vogliono mandarmi a casa lo facciano alle elezioni politiche».

Dunque, l'appello per votare Sì alla riforma costituzionale è rivolto non solo al popolo del Pd, ma anche a chi ha votato altri partiti perché «la riforma, nel merito, la vogliono proprio tutti», sottolinea il premier. Anche il Movimento cinque stelle che «quando organizzò il “Vaffa-day” chiedeva le stesse cose contenute nel referendum». Stessa cosa anche per Forza Italia perché «Berlusconi cercò di fare una riforma nel 2005 che venne bocciata». Semmai non bastasse, Renzi il salto indietro nel tempo lo fa ancora più lungo. Perché «negli anni tutti hanno parlato della necessità di fare le riforme da Nilde Iotti a Giovanni Spadolini».

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