Hanno raccontato tutto Riccardo e Manuel, i due 16enni che martedì mattina hanno massacrato i genitori del primo, Salvatore Vincelli (il patrigno, in realtà) e Nunzia Di Gianni.

L'ORRORE - "Una scena agghiacciante" l'hanno descritta le prime persone entrate nell'abitazione di Pontelagorino, mille anime nella bassa Ferrarese: le vittime sono state uccise a colpi d'ascia, poi coperte con sacchi di plastica nel tentativo di non lasciare tracce di sangue e spostare i corpi per occultarli.

Ora sono pentiti: a ideare il piano, hanno raccontato, è stato Riccardo, che all'amico di sempre aveva promesso mille euro in cambio della complicità e del silenzio.

"Li abbiamo uccisi nel sonno", è stata la confessione di Manuel; la motivazione? I rimproveri per il cattivo rendimento scolastico rivolti al figlio, per gli orari sballati, per una vita sregolata, sfociati in un'occasione in qualche schiaffo.

Il giorno prima dell'omicidio, Salvatore Vincelli aveva chiamato il preside della scuola frequentata dal ragazzo: sarebbe questa l'ultima goccia che ha esplodere la rabbia del 16enne.

"Ero esausto dei miei", ha confermato il ragazzo, che nel garage aveva allestito una sua stanzetta.

IL RAID - Tra lunedì e martedì scorsi, molto prima dell'alba, Manuel arriva a casa di Riccardo: in una borsa ha l'ascia, del tipo usato per spaccare la legna, in un'altra due corde, dei guanti, sacchetti, scotch e vestiti di ricambio. Entra nella camera dei genitori dell'amico e comincia a colpire "con innata ferocia", spiega Bruno Cherchi, il procuratore capo di Ferrara ma di origine sarda.

Salvatore Vincelli viene colpito tre volte al capo, sua moglie sei.

I cadaveri vengono avvolti dai sacchi di plastica perché, dice Manuel, "Riccardo non voleva vedere le loro facce": seguendo un piano studiato, vogliono liberarsene, prendere la macchina della donna e buttarli entrambi nel Po.

Ma la paura è in agguato, qualcuno potrebbe vederli, e allora cambiano strategia: lasciano tutto così, l'indomani fingeranno una rapina, intanto meglio gettare l'ascia e l'altro materiale in un canale e in un tombino.

Vanno poi a casa di Manuel, giocano alla Playstation, fumano, dormono. Ed è il mattino di martedì quando il figlio assassino torna nella villetta e chiama aiuto: "Mi hanno ucciso i genitori".

IL PENTIMENTO - La famiglia di Manuel è incredula, "mio figlio è un debole, si è fatto comprare", ripete suo padre, e uno degli avvocati assegnati d'ufficio, parlando di Riccardo, ha commentato: "È sconvolto e ha un gran bisogno di aiuto".
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