Il momento peggiore? Un lunedì sera di pioggia in inverno, quando molti ristoranti sono chiusi e per strada non c'è quasi nessuno. "Io chiamo il mio fidanzato nell'attimo esatto in cui sto uscendo dal lavoro e mentre sono al telefono con lui vado a passo molto svelto fino alla macchina. Là dietro c'è la piazza dello spaccio e c'è da avere paura". Pamela lavora alla reception di un hotel in via Sicilia, a pochi metri dal luogo in cui è avvenuto l'ultimo pestaggio della Marina, quello che ha mandato un diciannovenne all'ospedale. Solo pochi giorni fa una cliente dell'albergo è stata derubata del telefonino: qualcuno glielo ha sfilato dalla borsa mentre passeggiava tra via dei Mille e via Barcellona. Non proprio un fatto eccezionale.

DOPPIO FURTO - Alla fine di ottobre i cuochi del ristorante all'angolo hanno assistito in diretta al furto dei loro iPhone, momenti concitati che hanno potuto comodamente rivedere nei filmati registrati dalla videocamera di sorveglianza sistemata in cima all'insegna. Non è servito: il presunto ladro è stato fermato qualche ora dopo e adesso di tanto in tanto lo vedono sfilare davanti ai loro tavolini all'aperto. "Nel video si vede benissimo un ragazzo di colore che si siede sulla finestrella della cucina, infila il braccio tra le grate e con un taglierino rompe la zanzariera, allunga la mano e afferra i telefoni sulla soglia. Lo abbiamo rincorso fino in piazza del Carmine. La denuncia non ci ha portato a nulla", racconta tutto d'un fiato Fabrizio Cara, 29 anni, chef, mentre mima il gesto del ladro oltre lo strappo rimasto aperto dal giorno del colpo. "Io neppure ci arrivo ad afferrare qualcosa qua in mezzo. Non riesco a capire come abbia fatto". Tutti da queste parti hanno almeno un aneddoto da ricordare. Momenti di vita vissuti in prima persona o raccontati dai vicini di casa o bottega.

"EDUCARE I BARISTI" - Raimondo Carboni lavora da sempre dietro il bancone del Caffè Savoia. "Inutile negarlo, le cose vanno sempre peggio e capita spesso di chiamare carabinieri e polizia. Ci sono i ragazzi extracomunitari, gli ultimi arrivati, che danno fastidio a tutti, anche agli immigrati che vivono qui da anni e sono i primi a lamentarsi. Non è una questione di razzismo, ma se vengono alla chiusura e pretendono che venga loro dato da bere senza pagare cascano male. Un panino non si nega a nessuno, ma sigarette, alcol e soldi proprio no". A creare più di un pensiero a residenti e commercianti sono anche le comitive di ragazzini che nel weekend si ritrovano in centro. "Le leggi ci sono e basterebbe applicarle, forse i primi a dover essere educati sono i gestori dei locali. Vendere alcolici ai minorenni è vietato, eppure c'è qualcuno che se ne frega e serve loro quello che vogliono", conclude Carboni.

DISPETTI - Maria Pisano, vestaglia blu scuro sulla camicia bianca, dal portoncino della sua casa al piano terra di via Napoli non nega di aver perso la pazienza. È un po' avanti con gli anni e conosce il quartiere piuttosto bene: "Qui è sempre peggio. Questi ragazzi ubriachi mi suonano il campanello a tutte le ore e mi rubano persino i vasi delle piante dalla finestra", riferisce sbrigativa delle notti insonni mentre ritira un pacco dalle mani di un corriere. Leonardo Bisogni nell'agenzia di viaggi di via Barcellona invece si augura una presenza maggiore della forze dell'ordine e assicura: "La situazione non è drammatica. Io dal canto mio mi comporto come faccio nel resto del mondo: presto attenzione e se c'è un gruppo di ragazzi e io sono solo giro alla larga. Facendo così non ho mai avuto problemi". Poco più in là Andrea Pischedda, orafo di Ussana, ricorda i vecchi tempi e giura che la situazione non era affatto migliore. "Dodici anni fa quando non c'erano tutte queste attività commerciali era decisamente peggio. Ora può capitare qualche furto ma almeno durante il giorno, quando io lavoro in laboratorio, non mi sembra che le cose vadano poi così male".

Mariella Careddu

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