Manuela Murgia uccisa da tre uomini? I familiari: «Sappiamo chi siete e cosa avete fatto»
Un’immagine molto cruda generata con l’IA e pubblicata su Facebook: «È simbolica ma rappresenta la realtà. Vi resta poco, la verità sta bussando alla vostra porta»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un’immagine generata con l’intelligenza artificiale. Cruda, molto cruda. Manuela Murgia a terra con il volto sanguinante e con un evidente segno nero sulla fronte, un uomo sopra di lei che la prende per i capelli, altri due lì vicino.
È l’ultimo post pubblicato sul gruppo “Giustizia per Manuela Murgia” dai familiari della sedicenne trovata morta nel 1995 nel canyon di Tuvixeddu.
Un caso inizialmente archiviato come suicidio e riaperto a trent’anni di distanza grazie all’infaticabile battaglia dei parenti della ragazza. Che, secondo la recente consulenza del medico legale, è stata prima violentata e poi investita volontariamente, prima di essere abbandonata nel canyon di Tuvixeddu.
I familiari sostengono che sarebbero tre i responsabili dell’omicidio, è la seconda volta in pochi giorni in cui pubblicano una foto generata con l’AI in cui si vedono tre uomini (nella prima caricavano in auto il corpo di Manuela). E nel post pubblicato oggi aggiungono: «Sappiamo chi siete».
Il cerchio si sta stringendo? Quel che è certo è che gli investigatori si stanno concentrando sulle ultime ore di vita della sedicenne: verifiche sugli indumenti, a caccia di elementi biologici utili per l’estrazione dei Dna con tecniche innovative che ai tempi dell’omicidio non esistevano; e l’esame di vari testimoni, già ascoltati all’epoca dei fatti, che ora, a distanza di anni, si spera possano fornire elementi utili a chiarire le circostanze del decesso.
«Ogni ferita inferta sul corpo di Manuela grida giustizia. Ogni sua lacrima, ogni istante della sua disperazione, ha invocato verità. Non si può occultare tutto, non si possono cancellare gli errori che nel tempo avete accumulato. Ogni secondo che passa vi tradisce. Noi sappiamo. Vi resta poco. Sappiamo chi siete. Sappiamo cosa avete fatto. E ora, la verità sta bussando alla vostra porta», scrivono i familiari.
La foto, generata con l’IA, «è una rappresentazione visiva di quello che noi sappiamo essere accaduto». Un’immagine «simbolica», ma la verità che racconta «è reale». Sulla fronte di Manuela c’erano «chiare tracce nere, uno dei tanti particolari che hanno spinto tutti noi a cercare la verità».
(Unioneonline/L)