Un medico che si può prendere cura solo della metà degli abitanti del paese o addirittura di un terzo. E chi, per avere un medico, deve rivolgersi la mattina in un comune e il pomeriggio in un altro.

È la difficile situazione in cui si trovano i territori del Nuorese, con i primi cittadini che oggi hanno marciato su Cagliari, tutti insieme, per chiedere alla Regione di fare qualcosa in più per Barbagia, Ogliastra e gli altri territori dell'area centrale.

Al sit-in sotto il Consiglio regionale si sono presentati circa una ventina di primi cittadini. Tra i più decisi il sindaco di Oliena Sebastiano Congiu: "Abbiamo due medici - ha spiegato - per settemila abitanti. Non bastano, sono sufficienti per 2500 persone. Non possiamo più sopportare file dalla guardia medica sino alle 23 o a mezzanotte. Oppure la solita trasferta a Nuoro: dobbiamo andare nel capoluogo per un raffreddore?". A Oliena è nato anche un comitato per la salute. Titolo del volantino distribuito stamattina a Cagliari: "Sos, vogliamo i medici di base". I residenti chiedono bandi per l'assegnazione. Ma il timore è che vadano deserti. È la paura anche del sindaco di Esterzili Renato Melis: "Abbiamo un medico, una specializzanda - spiega - condiviso con Seulo. Sino a fine luglio, però. Speriamo nel bando. E speriamo che qualcuno partecipi al bando". Situazione difficile anche a Sarule: "Siamo alla lotteria della salute - ha detto il sindaco Paolo Ledda - abbiamo un medico per metà popolazione. L'altra metà? Va dalla guardia medica. È difficile anche farsi prescrivere un'impegnativa. Altrimenti bisogna andare al Pronto soccorso di Nuoro: ma come è possibile per uno che sta già male?".

I sindaci hanno appeso a una corda fuori dal Consiglio regionale diversi cartelli. IFra gli altri, quello con due racchette da tennis: "La salute - recita - è un diritto, non un rovescio". 

L’ASSESSORE – "I problemi hanno radici lontane. A inizio mandato abbiamo ereditato pesanti ritardi sulla pubblicazione delle graduatorie dei medici e una situazione incancrenita in cui non erano ancora state assegnate le sedi carenti dal 2014 al 2017". Così l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, replicando alla manifestazione di protesta dei sindaci.

"Abbiamo preso in mano la situazione – precisa il titolare della Sanità - e recuperato buona parte del pesantissimo ritardo. Abbiamo rimesso in pari le graduatorie dei medici e, nonostante le difficoltà dovute alla gestione della pandemia, a febbraio abbiamo pubblicato il bando per l'assegnazione delle sedi carenti del 2018. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma siamo riusciti a coprire sedi particolarmente svantaggiate che da tempo attendevano un medico, come nel caso di Ussassai. Le sedi carenti non ancora assegnate saranno messe nuovamente a bando con quelle del 2019, di cui già conosciamo l'elenco, e del 2020. Stiamo lavorando affinché questo avvenga nei tempi più rapidi".

I NUMERI – Attualmente in Sardegna - spiega la Regione - sono poco più di un migliaio i medici di medicina generale convenzionati con il sistema sanitario regionale per l'assistenza primaria e 172 le sedi vacanti tra quelle non assegnate dal bando 2018 e quelle indicate come carenti nel 2019.

"Per sopperire alla carenza di medici e garantire l'assistenza primaria anche nelle sedi meno appetibili - osserva ancora Nieddu - ho avanzato in Conferenza delle Regioni due proposte che hanno trovato il favore dell'assemblea e attualmente sono in fase di valutazione: la prima consiste nell'apertura di un punto di Guardia medica h12 in tutte le sedi in cui non si riesca ad assegnare il medico di base, mentre la seconda riguarda la possibilità, ora che l'emergenza Covid ha allentato la presa, di impiegare le Unità speciali di continuità assistenziali, le Usca, anche per l'assistenza primaria, dove necessario. In questo caso servirà una modifica della legge istitutiva". 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata