"Oltre 500 pastori denunciati o indagati, ma il numero potrebbe salire ancora, arrivando anche a mille".

È il calcolo fatto dal movimento degli allevatori sardi, che si trova oggi a rispondere davanti alle autorità delle proteste messe in atto a inizio 2019 per il prezzo del latte.

Un numero in continua crescita, anche a distanza di mesi, che ha portato il coordinamento dei pastori a fare fronte comune anche per quanto riguarda la tutela legale.

Per questo, gli allevatori hanno individuato due referenti, Gianluigi Dettori e Moira Murgia, che avranno il compito di raccogliere le segnalazioni di nuove denunce e di indirizzare i colleghi inquisiti ad alcuni legali che, in diverse province dell'Isola, si sono detti disponibili a difendere chi ha ricevuto avvisi di garanzia a seguito della mobilitazione.

"Un modo per aiutarci a vicenda, perché in molti casi i pastori, una volta ricevuta la notizia che annuncia l'apertura di un'indagine, non sanno cosa fare né hanno idea dei tempi, degli obblighi e dei loro diritti", spiega proprio Dettori.

Per questo, gli allevatori hanno anche predisposto un vademecum ad hoc, un elenco delle "10 cose da fare" se si riceve una denuncia, diffuso sui social e via chat.

E, anche, di quelle da non fare. Ad esempio: "Non prendere iniziative, tipo rilasciare dichiarazioni, pagare la condanna o altro senza aver prima consultato un legale e di non restare senza difesa, perché le indagini continuano lo stesso con un legale nominato d'ufficio".

Le accuse contestate, aggiunge Dettori, "sono per la maggior parte quelle di manifestazione non autorizzata e danneggiamento, anche se nessuno di noi ha mai avuto la volontà o l'intenzione di fare danni, ma solo quella di attirare l'attenzione su una situazione inaccettabile e di rivendicare lavoro e dignità".

Inoltre, sottolinea Dettori, "non si capisce perché, se ad ogni protesta partecipavano 100 o 200 persone, di queste solo 10 o 15 abbiano ricevuto di volta in volta gli avvisi di garanzia. Se in 200 bloccano una strada, allora o li indaghi tutti o non indaghi nessuno. Ad ogni modo, noi cerchiamo di essere compatti, come siamo stati compatti nel corso della mobilitazione".

Quanto alla battaglia per il prezzo del latte, Dettori conferma che, tra gli allevatori di Sardegna, il "malcotento è ancora diffuso. Stiamo chiudendo un'annata e se ne sta aprendo un'altra, ma i prezzi del latte, questa è la realtà, sono ancora molto al di sotto delle aspettative".

(Unioneonline/l.f.)
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