I numeri sono sempre più da zona gialla Da giorni, ormai, nell’Isola si registrano più di 114 contagi giornalieri (ieri, 140 in 24 ore), che sono il limite per non cadere nel baratro della zona gialla proprio nel momento più importante, e delicato, della stagione turistica.

La Sardegna fa parte del quintetto di regioni dove dal 26 luglio – se le infezioni non diminuiranno, cosa molto difficile – si potrebbe tornare in regime di restrizioni. In questo gruppetto a rischio, oltre all’Isola ci sono anche Sicilia, Veneto, Lazio e Campania. Un vero disastro, addirittura peggio dell’estate scorsa malgrado allora non esistessero i vaccini, uno schiaffo economico soprattutto per l’Isola che ha i valori peggiori di tutto il Paese: l’incidenza è di 33,2 casi ogni centomila abitanti, ma cresce.

Governo e Regione

L’unica speranza per restare in zona bianca è il cambio delle regole, ieri Speranza ha detto che ci sta lavorando. L’ipotesi è rendere prioritario il tasso d’occupazione dei posti letto negli ospedali rispetto al numero di contagi. Non si è parlato invece della richiesta della Regione di calcolare l'incidenza non sui soli residenti, in un periodo in cui la popolazione dell’Isola si triplica con i flussi turistici.

Solinas per correre ai ripari dovrebbe firmare un’ordinanza (probabilmente oggi) che reintroduce i test agli ingressi, ma solo per chi proviene dai Paesi ad alta diffusione della variante Delta.

Gli agenti di viaggio

Dire che Gian Mario Pileri è preoccupato, per quest’ondata di contagi quando agosto deve ancora arrivare, significa minimizzare il problema. «Per luglio e agosto», sospira il presidente regionale della Fiavet, la Federazione delle agenzie di viaggi, «la Sardegna ha avuto un’impennata di prenotazioni, ma ora cominciano le disdette: corriamo verso il disastro senza che la Regione faccia alcunché». Pileri ce l’ha con l’assenza di controlli soprattutto in porti e aeroporti: «A oltre seimila persone che ogni giorno arrivano nell’Isola a bordo delle navi nemmeno chiediamo un documento d’identità, figuriamoci il green pass: non sappiamo nemmeno chi c’è da noi e come trovarli». Il presidente della Fiavet teme che anche la sola ipotesi di una zona gialla in Sardegna faccia scappare i turisti che hanno prenotato: «I danni di ciò che sta accadendo, li vedremo tra dieci giorni nei numeri nefasti. Dopo le ultime chiusure», aggiunge Pileri, «siamo passati alla totale mancanza di regole e controlli: di recente, per andare in Grecia, ho fatto scalo all’aeroporto di Malpensa: mi sono imbarcato dopo un tampone e l’attenta analisi delle certificazioni che avevo con me. Qui in Sardegna nessuno controlla, non sappiamo chi arriva né dove sta andando».

L’assessore al Turismo

Anche Gianni Chessa è preoccupato: «Se ora chiudiamo o imponiamo restrizioni», fa notare lo stesso assessore regionale al Turismo, «non soltanto la Sardegna, ma l’intera Italia perde un mercato enorme».

I vaccini

C’è una zona grigia di circa 100mila persone con più di 60 anni che non sono coperti neanche da una dose. Secondo l'ultimo report della Fondazione Gimbe, l'85% degli over 80 ha ricevuto anche il richiamo, mentre un altro 4,7% una dose. Quanto agli anziani della classe 70-79 anni, sette su dieci hanno completato il ciclo vaccinale, un altro 16% ha fatto solo la prima dose. Nella classe 60-69 anni, poco più della metà (54%) ha fatto il richiamo, un altro 25% la prima dose. In pratica, il 10% degli ultraottantenni sardi non ha alcuna protezione, neanche quella parziale della prima dose; lo stesso vale per il 30% della classe 70-79 anni e circa il 20% della classe 60-69 anni.

E che i vaccini servano, almeno per evitare ospedalizzazioni e casi gravi, si evince dai dati. Dei 46 ricoverati in Sardegna (tre in terapia intensiva), due avevano completato il ciclo con Pfizer, tre hanno fatto solo la prima dose. Nessuno di questi cinque è in terapia intensiva.

I due che avevano fatto anche il richiamo sono uomini di 52 e 83 anni, quest'ultimo doppiamente fragile non solo per una questione anagrafica. I tre che invece erano coperti solo dalla prima dose (AstraZeneca) sono uomini di 71, 75 e 77 anni. Tutti e 5 , spiega Sergio Marracini, direttore sanitario del Santissima Trinità di Cagliari, hanno avuto bisogno di cure in ospedale ma stanno relativamente bene.

(Unioneonline)

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