Certificati di negatività al Covid a chi entra in Sardegna a partire da domani.

L'ordinanza numero 42 di Christian Solinas non è stata ancora adottata e già fa discutere: prevede, con decorrenza immediata, l'obbligo di usare le mascherine per l'intera giornata in tutti gli ambienti chiusi o aperti in cui non sia possibile garantire sempre la distanza di sicurezza di un metro. Solo i bambini al di sotto dei 6 anni e i disabili non sono tenuti a indossarle.

All'imbarco dovrebbe essere necessario esibire un foglio che testimoni l'avvenuta somministrazione di un test (sierologico, molecolare o antigenico rapido) eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza, o in alternativa un'autocertificazione comprovante l'esame con indicazione del tipo, della data e della struttura, o ancora accettare di sottoporsi a tampone entro 48 ore dall'arrivo se si è sbarcati senza il certificato richiesto.

La questione secondo il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau è sempre la stessa: se il passaporto sanitario era incostituzionale perché - sono parole del ministro degli Affari regionali Francesco Boccia - "una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone", allora è impugnabile anche un provvedimento dove la somministrazione dei test non è prevista su base volontaria. "Davvero non capisco perché non si scelga la strada più ovvia: esami all'arrivo e su base volontaria", dice Ganau.

Ma in maggioranza si rivendica invece ciò che il governo non ha permesso di fare prima della fine del lockdown. "Avevamo proposto il certificato di negatività prima, lo metteremo in pratica adesso", commenta il capogruppo del Psd'Az Franco Mula, "vogliamo dare un segnale di vicinanza alla popolazione".

(Unioneonline)
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