La ragazza che ieri ha rischiato di annegare a Calamosca, poi ricoverata in condizioni disperate dopo l'intervento del 118, "è in vita grazie ai bagnanti".

Lo afferma uno di questi che, leggendo le notizie trapelate sulla stampa che "danno quasi dell'eroe al bagnino", ha voluto spiegare come invece siano andate effettivamente le cose, "per puro spirito civico, perché non accada più una negligenza come questa".

La denuncia riguarda l'inadeguatezza del servizio di salvataggio: "La rianimazione non l'ha fatta il bagnino, semplicemente perché non era capace, non era formato allo scopo, tanto che premendo sullo stomaco della ragazza, riversa a terra, le provocava solo la fuoriuscita di schiuma e sangue".

È stata un'anestesista presente in spiaggia ad intervenire con le manovre giuste, l'ha fatto per 20 minuti, finché sono arrivati i soccorsi. "Lei l'ha riportata in vita: non respirava più. Non c'era battito cardiaco. Era morta", dice il bagnante che non vuole essere menzionato "anche perché eravamo in tanti e tutti abbiamo tratto le stesse conclusioni". Cioè che se non fosse intervenuta il medico anestesista, la giovane non sarebbe sopravvissuta. "È stata lei ad assisterla finché l'ambulanza non è ripartita".

Il punto è che "il bagnino è venuto fuori dall'acqua dopo le nostre urla, e quando è accorso non sapevamo neppure chi fosse, dato che nessuna maglietta o altro segnale lo indicavano. A malapena è stato in grado - col nostro aiuto - di tirarla fuori e adagiarla sulla sabbia. Come si può mettere un bagnino senza formazione, senza divisa di riconoscimento, che ha passato la sessantina e si presenta senza strumenti, che successivamente è andato a recuperare?".

Inoltre "come si può fare il bagnino in una spiaggia di turisti - non solo cagliaritani - se non si è in grado di comunicare in nessuna lingua? L'amica della ragazza semiannegata parlava solo inglese, è dovuta intervenire un'altra turista per tradurre ciò che diceva e girare le informazioni utili per operare adeguatamente".

Questo ed altro, dice il bagnante, "solo per sensibilizzare chi ha il compito di individuare le figure giuste per un incarico così essenziale e delicato come quello del salvamento a mare".

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