L'inchiesta sul "caro estinto", il racconto: "Così mi sono opposto alla gang"
Si era opposto al sistema, aveva detto no alla gang del caro estinto e, dopo essersi rifiutato di versare mazzette ai necrofori, il titolare dell'agenzia Padre Pio di Cagliari, Giorgio Sulas, nel 2012 è corso a denunciare tutto ai carabinieri.
Ed è partita l'inchiesta sfociata nelle 20 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari che hanno svelato l'iscrizione nel registro degli indagati di 168 persone, tra queste molti titolari di agenzie funebri.
Intanto la vedova del necroforo che quattro anni fa, dopo aver ricevuto una lettera di richiamo, si è suicidato, dichiara che finalmente è venuto fuori che il marito non c'entrava nulla: «Si è tolto la vita per la vergogna di essere coinvolto in un simile scandalo».
Alcune intercettazioni svelano che i necrofori si accordavano con le agenzie funebri prima ancora che il paziente morisse.
Uno degli indagati ieri mattina era al lavoro all'ospedale Marino di Cagliari: «Sono innocente, non ho amici nelle agenzie funebri».