Una leccatina alla mano per far passare la paura e un'altra per riportare il sorriso. Bobby Boy non ha bisogno di un camice per far star meglio i bambini in ospedale. Un meticcio alto una ventina di centimetri al garrese, pelo multicolor e nessuna parentela apparente con un cane di razza. Qualunque razza. Da poco più di un mese Bobby Boy raggiunge con un salto la seggiola accanto al lettino nel reparto di Cardiologia pediatrica dell'ospedale Brotzu e partecipa a quella che i medici chiamano "Induzione dell'anestesia".

IL PROGETTO - In altre parole: calma i bambini prima che vengano somministrati i farmaci per la sedazione necessaria a eseguire un esame molto invasivo come l'ecotransesofageo o in vista di un intervento. Non solo: lui aspetta e si fa trovare pronto al momento giusto, quando il peggio è passato e il piccolo riapre gli occhi. Come fosse un distributore settimanale di endorfine a quattro zampe ogni martedì pomeriggio si presenta in reparto con Milù e gli altri compagni de L'Altra via, l'associazione di volontari che ha avviato una collaborazione con l'azienda sanitaria Brotzu di Cagliari e messo a punto percorsi dedicati sia ai bimbi ricoverati sia a quelli che si trovano in reparto per visite o terapie ambulatoriali.

IN SALA - Oltre alla pet therapy tradizionale, da poco più di un mese cani e accompagnatori fanno molto di più: entrano nella sala al primo piano del San Michele e restano accanto ai bambini per tutto il tempo necessario all'esecuzione di un esame che richiede l'anestesia. "Si tratta di una sperimentazione della quale il dottore Roberto Tumbarello è pioniere assoluto. Scegliamo i cani in base alle dimensioni e al carattere", spiega Sara Fantino, psicologa della riabilitazione ed esperta di psicologia a mediazione animale che presiede l'associazione. "Per l'induzione dell'anestesia finora abbiamo utilizzato Bobby Boy, Milù e Noà, un labrador di 5 anni". Il primario intanto pensa già a un modo per trasformare l'esperienza in numeri e descrivere i benefici in uno studio che abbia carattere scientifico: "Si tratta di un intervento correttivo che potrebbe portare anche a una riduzione dei farmaci".

PELO E CONTRO PELO - Il problema dell'igiene è stato il punto di partenza. Volontari e azienda sanitaria hanno firmato un protocollo rigidissimo che garantisce la massima pulizia degli animali. "Ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo stabilito i requisiti. Gli standard igienico-sanitari vengono garantiti su tre livelli di attenzione". I cani a 48 ore dall'ingresso in reparto vengono sottoposti a un trattamento igienizzante e spazzolati con molta energia per evitare che lascino peli sul letto dei pazienti. Alla vigilia della terapia restano in un ambiente familiare e prima di oltrepassare la soglia devono essere cambiati e sterilizzati di nuovo. "L'ultimissimo passaggio avviene un attimo prima che entrino in reparto quando sostituiamo pettorina, collare e guinzaglio con quelli che vengono usati solo all'interno dell'ospedale e poi ripuliamo le zampe per l'ultima volta".

© Riproduzione riservata