La Sardegna si blinda per Pasqua e Pasquetta, e soprattutto blinda le località turistiche che potrebbero far gola a molti.

Niente arrivi di passeggeri su navi e aerei, ad eccezione dei pochi autorizzati, chiusura in vigore ormai da quasi un mese. Stop agli spostamenti dei comuni con maggiori controlli e località turistiche trasformate in una sorta di "zona rossa".

Così l'Isola, una delle regioni meno colpite dal coronavirus, si prepara per le festività pasquali allo scopo di proseguire nel contenimento dei contagi.

I decreti del Mit e le ordinanze di Solinas hanno di fatto chiuso le porte d'ingresso della Sardegna sino al 13 aprile: interdetti due aeroporti su tre, resta operativo per le merci e i viaggiatori autorizzati solo quello di Elmas, mentre i sette porti sono aperti ma con fortissime limitazioni per i passeggeri (si viaggia solo per motivi di salute e di lavoro o per comprovate necessità). Tutti gli scali sono inoltre dotati di termolaser per il controllo della temperatura corporea.

Nessuno spostamento è possibile in comuni diversi da quello di residenza, anche questo un provvedimento che vale per tutta Italia. Non si potranno inoltre trascorrere le due giornate di festa in parchi e giardini pubblici: gite fuori porta vietate insomma, anche se in zone dello stesso comune, perché causano quegli assembramenti che favoriscono la diffusione del contagio.

La casa al mare? Un sogno, impossibile raggiungerla. Molti centri turistici si stanno attrezzando con apposite ordinanze dei sindaci per impedire partenze e arrivi.

Presupposto fondamentale per far rispettare i provvedimenti, un massiccio impiego delle forze dell'ordine, i cui controlli già da oggi sono stati intensificati all'insegna dello slogan "tolleranza zero". E in aiuto ci sono anche i droni per la sorveglianza dall'alto, già attivi peraltro a Cagliari e Sassari.

(Unioneonline/L)
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