Dopo il Comune di Assemini, che aveva preannunciato una decisione simile col sindaco Mario Puddu già all'indomani degli arresti, ora anche la Regione rompe gli indugi e promette, riferendosi all'inchiesta della Procura sugli sversamenti e interramenti di sostanze pericolose nell'area di Macchiareddu: "Se si dimostrasse la presenza di un grave inquinamento ambientale, ci costituiremo parte civile in un eventuale processo".

Frasi pronunciate dal governatore Francesco Pigliaru dopo l'incontro con la procuratrice Maria Alessandra Pelagatti e il sostituto Marco Cocco, magistrato inquirente che coordina le indagini portate avanti dal Nucleo investigativo provinciale della Forestale.

Un colloquio al quale ha partecipato l'assessora all'Ambiente Donatella Spano e finalizzato a una "collaborazione istituzionale sul tema della laguna di Santa Gilla per individuare e definire insieme le forme di collaborazione più idonee ed efficaci", il commento dal palazzo di via Trento a Cagliari.

I CONTROLLI - Il vertice è durato meno di un'ora. Autorità giudiziaria, presidente della Regione e assessora avrebbero raggiunto una sorta di intesa, di modo che gli esiti dei controlli in quel territorio da parte dell'agenzia regionale per l'ambiente siano poi consegnati agli inquirenti, i quali potranno indicare dove effettuare ulteriori verifiche: "L'Arpas estenderà e intensificherà il monitoraggio e abbiamo sentito i sindaci interessati", ha confermato Pigliaru, "collaboreremo con la Procura che segnalerà anche le aree ritenute sensibili per estendere il controllo".

SOPRALLUOGHI - L'inchiesta, sfociata il 16 maggio nell'arresto di sette persone (oggi ai domiciliari) dell'azienda Fluorsid (Michele Lavanga, direttore dello stabilimento, Sandro Cossu, responsabile sicurezza ambiente, Alessio Farci, responsabile del cantiere di Terrasili, e Giancarlo Lecis) e di altre ditte a essa collegate (il titolare Armando Bollani e i dipendenti Marcello Pitzalis e Simone Nonnis), va avanti con le ipotesi di associazione per delinquere, inquinamento e disastro ambientale.

La Forestale ha trovato sinora circa 23 ettari di terreni sui quali sarebbero state buttate decine di migliaia di tonnellate di prodotti altamente dannosi per la salute umana e animale. Secondo le accuse erano carenti, spesso inesistenti, i controlli sulla qualità dell'aria; inutili i sistemi di abbattimento delle polveri derivanti dalle lavorazioni della Fluorsid; anche la laguna sarebbe stata utilizzata come area di scarico dei veleni; nei pozzi aziendali sono state trovate tracce di arsenico, piombo e altre sostanze altamente inquinanti. Ancora ieri gli investigatori hanno eseguito sopralluoghi per verificare le dichiarazioni dei testimoni. L'indagine è tutt'altro che conclusa.
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