Mille e ottocento file. Lettere riservate, intercettazioni, documenti segreti e sequestrati. Accordi siglati in oscuri motel, una volta spagnoli, tante altre volte italiani. Una montagna di byte trasferiti senza colpo ferire su quella che appare una delle più colossali speculazioni sulla terra dei Nuraghi. Quando la cyber security autorizza il trasferimento dei dati dal server riservato non ha la benché minima idea di quella WikiLeaks del fuoco che sta per ricevere. Una caterva di prove su quel cartello del fuoco da far invidia a quello spagnolo, con affari che ormai sono diventate vere e proprie triangolazioni internazionali.

15 anni di spartizioni

Dal 2006 ai giorni nostri la Sardegna è stata terra di spartizione finanziaria e affaristica con il fuoco elemento vitale per guadagnare milioni e milioni di euro. Più fiamme, più denaro. In un’equazione tanto spaventosa quanto perversa. Meccanismi di appalto che fanno guadagnare in base al numero di ore di volo. Un tot garantito, pagato a prescindere, e poi ore aggiuntive, quelle cosiddette extra bugdet. La trama è scritta nelle agende degli incontri strappate dalle mani dei signori degli elicotteri da un’inchiesta con la Sardegna drammaticamente protagonista. Nelle intercettazioni di messaggi criptati l’input era sempre lo stesso: le gare nell’isola del fuoco sono blindate. Non si passa. Per aver accesso devi parlare con “lui”, il capofila della cordata che dal 2006, con accordi e patti privatissimi, evitava concorrenza e ribassi eccessivi. La prima intercettazione è del 18 aprile del 2006: «[…] Prima di fare qualunque cosa in Sardegna aspetto di incontrare [rappresentante legale di Airgreen]”. Lo schema era una regola inattaccabile. In Sardegna non si passa, i giochi sono già chiusi. E il 24 maggio del 2006: “[…]“antincendio boschivo Regione Sardegna: gli operatori interessati avevano già fatto le loro scelte e le loro alleanze». Una partita tutta giocata sulla testa dell’Isola dove l’antincendio era diventato un business incontrollato, da gestire come una slot machine.

Offerta solitaria

Il cartello del fuoco sardo è scritto nero su bianco in una sequenza di appalti che dal 2006 al 2020 hanno una costante: unica offerta, unico partecipante. E chi partecipava sapeva di poter fare quello che voleva. Basti vedere la sequenza dei ribassi offerti per le gare per capire che non temevano nessuna concorrenza. Sapevano, anzi, erano certi, che nessuno si sarebbe permesso di aggredire il cartello del fuoco in salsa sarda. La prima comparsa della compagine, guidata inizialmente da Elieuro, poi sparita dallo scenario, con Airgreen, Elifriulia e Star Work, è del 2006. Una sola offerta con un miserevole ribasso dello 0.034%. Nel 2008 le redini passano ad Airgreen che guida la cordata con la sola aggiunta di Eliossola. L’offerta è unica, il ribasso proposto arriva allo 0.110%. Nel 2012 è lo schiaffo più rilevante. Sempre unica offerta, con l’aggiunta di Elitellina, quella che poi diventerà spagnola al 100%.

Ribasso dello 0,01%

Il ribasso questa volta è un’offesa al pudore: 0,01%. Non va meglio nel 2014, sempre la stessa compagine del precedente appalto con uno sconto dello 0,035%. La penultima gara è del 2018 sino al 2020, l’anno della pandemia. Non cambiano gli amici di fuoco e il ribasso con il quale si aggiudicano la gara solitaria è dello 0,49%. Un cartello, senza se e senza ma. Le carte di cui siamo in possesso sono la prova provata di incontri, cene e pranzi, messaggi una volta via mail, una volta telefonici con i quali il castello affaristico del fuoco si alimentava quotidianamente, con un regista insospettabile che vende gli elicotteri a tutti, guarda caso sempre quelli che vincono le gare d’appalto. Elicotteri che a volte, nelle gare d’appalto promosse in giro per l’Italia, hanno caratteristiche tali che indicano anche il colore.

(Foto L'Unione Sarda)
(Foto L'Unione Sarda)
(Foto L'Unione Sarda)

Boccone Sardegna

E sulle gare per la Sardegna si registra di tutto e di più, compresa la compravendita di società, utili a semplificare il campo d’azione. Le mail in nostro possesso sono disarmanti: il primo settembre del 2016 si pianifica l’acquisto di una delle società del giro funzionale all’appalto sardo e ad una maggiore presenza di Elitellina, quella che diventerà da lì a poco l’enclave spagnolo nel cartello del fuoco italiano. Nel corso dell’incontro «[…] si è firmato l’impegno a proseguire la trattativa con relativo patto di riservatezza modificandolo nel senso di essere interessati all’acquisto/vendita di tutta la società. […] Nel frattempo […esponente di Elitellina] porterà avanti i rapporti con la società finalizzati anche al coinvolgimento della stessa in progetti di compartecipazione alle gare antincendio future (quest’anno la Regione Toscana e l’anno prossimo la Regione Sardegna). La Star Work evidenzia il suo radicato rapporto di collaborazione con la società Airgreen nella regione Sardegna, più che decennale, […].». In dote, dunque, non solo la società, con elicotteri e personale, ma anche il rapporto con il dominus nel fuoco sardo, l’Air Green di Mauro Airaudi, sino a qualche mese fa capofila dell’appalto dell’Isola. Sino al terremoto che in questi giorni sta sconvolgendo un sistema fuori controllo tanto da rischiare di fermare l’intero apparato aereo.

Autority in campo

A mettere a ferro e fuoco l’intero sistema di relazioni, affari incrociati e accordi sottobanco, è l’inchiesta senza precedenti partita tra il 2018 e il 2019 da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Roba da far tremare le vene dei polsi per questi colossi del cielo che, in lungo e in largo, hanno spadroneggiato, dall’antincendio all’elisoccorso, condizionando appalti e gestendo le gare con intese che prevedevano un unico partecipante e un’offerta di ribasso senza vergogna. Con un dettaglio che appare un macigno.

Volpe e recinto

La Regione Sardegna, ma anche quella ligure, hanno predisposto l’appalto chiedendo proprio ai “carnefici” consigli e prezziari. I documenti agli atti dell’inchiesta sono espliciti. L’Autorità della concorrenza ha stabilito: «Le Regioni Sardegna e Liguria hanno poi espressamente osservato di fare riferimento anche al prezziario dell’associazione elicotteri ai fini della definizione dell’importo a base di gara per i servizi». Ed è stata la stessa associazione, sotto “interrogatorio”, a confessare: hanno chiesto il prezziario «in particolare quelle con maggiore esperienza, come la Regione Sicilia e la Regione Sardegna». Come se il pastore chiedesse consiglio alla volpe su come predisporre il recinto per le proprie pecore. La sintesi sono prezzi alle stelle come base d’asta. Con un guadagno senza sconti, visto che i ribassi offerti sono spaventosamente irrisori. I finanzieri hanno anche sequestrato un documento, che pubblichiamo, dell’accordo segreto e privato tra coloro che si stavano spartendo la Sardegna e le sue fiamme devastanti. Per l’appalto sardo del 2012, era il 26 marzo, Airgreen, Eliossola, Elifriulia, Elitellina e Star Work, avevano previsto due schemi di ribasso, uno al tre per cento e uno allo 0,01%. Hanno preferito quest’ultimo: avevano la certezza di poter vincere in solitaria. Peccato che dal 2006 al 2020 tutto questo fosse fuorilegge. In queste calde giornate d’agosto la decisione dell’Autorità garante sta diventando inappellabile. Senza possibilità di salvataggio.

Multe milionarie

La batosta è sconfinata. Sanzioni per quasi 70 milioni di euro. Tutte le società del cartello sardo sono chiamate a pagare senza tema di smentita una valanga di soldi. Ma c’è di peggio: hanno proseguito nelle pratiche anche dopo l’avvio dell’inchiesta. Hanno fatto finta di niente. E si sino aggiudicate l’appalto della Sardegna con lo stesso cartello degli anni passati, prevedendo di essere gli esclusivi destinatari di quella gara. Peccato, gli è andata male. Tra le sanzioni potrebbe scattare anche l’esclusione dalle gare. Compresa l’ultima, quella del 2021, dove il cartello italiano è entrato in rotta di collisione con “el cartello del fuego” spagnolo. Almeno apparentemente. Con tanto di tribunali, multe milionarie da pagare e il Consiglio di Stato che incombe. Sino al prossimo capitolo del grande business degli incendi.

Mauro Pili

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