Tremila imprese dell'Isola potrebbero presto alzare bandiera bianca. Ed è una stima prudente rispetto a un quadro economico che peggiora col passare del tempo.

Provate da undici mesi di pandemia, le aziende provano a sopravvivere in attesa di una ripartenza che ancora deve cominciare. Le aspettative di ripresa economica nel 2021, vuoi per le varianti e la ripresa della circolazione del virus, vuoi per i ritardi nella campagna vaccinale, si allontanano.

E per migliaia di piccole, medie e grandi aziende è una vera e propria corsa contro il tempo. Hanno rimandato finché era possibile la chiusura definitiva, ma non potranno farlo per sempre.

"I prossimi mesi saranno cruciali - afferma Francesco Porcu, segretario regionale della Cna, la Confederazione nazionale artigiani - molte imprese sono infatti riuscite ad arrivare ancora in vita al 2021 solo grazie a un'estate sopra le aspettative. I nuovi lockdown d'autunno hanno però dato un'altra mazzata ai bilanci, tanto da mettere in crisi il proseguimento delle attività col nuovo anno. La scrematura più importante potrebbe avvenire in queste settimane, tenendo conto delle speranze di chi crede che tenere duro fino alla prossima estate basterà per riprendere ossigeno".

L'ultimo miglio potrebbe essere però il più difficile da percorrere: "Le aziende più piccole, e per questo meno strutturate, dovranno avere le liquidità sufficienti a superare il momento di crisi, altrimenti si rischia la caduta definitiva. Una beffa per chi ha resistito a lungo in questi mesi neri per l'economia".

E' allarme rosso per commercianti e albergatori. L'inizio della stagione turistica si avvicina, ma i ritardi nella campagna vaccinale preoccupano. Secondo le stime del Cerved, elaborate da Il Sole 24 ore, un'impresa su sette del settore della ricettività rischia di chiudere per sempre. Secondo la stessa indagini anche le aziende del commercio e dell'edilizia sono rimaste senza ossigeno.

"Se la situazione non verrà sbloccata con interventi strutturali, il 2021 sarà l'anno del tracollo - afferma Battista Piana della Confesercenti Sardegna - e non sarà una perdita soltanto di numeri di attività produttive, ma anche una grave perdita di competenze e professionalità, che rischia di impoverire tutto il settore e comprometterne la capacità di resilienza".

(Unioneonline)

Maggiori dettagli su L'Unione Sarda in edicola

© Riproduzione riservata