Il cambio di Governo non è servito: il Piano casa della Giunta Solinas, approvato in Aula il 14 gennaio scorso, è stato impugnato. La legge prevede incrementi volumetrici fino al 50% oltre i trecento metri dal mare ma salva comunque la fascia protetta prevedendo - su decisione finale del presidente della Regione - solo modifiche con il sistema della demolizione-costruzione, cioè senza aumento di cubature e comunque solo a beneficio delle strutture ricettive.

I motivi

Non è ancora ufficiale, ma ciò che avrebbe fatto storcere il naso al Governo sarebbe soprattutto la disciplina dell'edificabilità in agro. Questa la regola: entro i mille metri dal mare potranno edificare solo gli agricoltori professionisti, purché titolari di un ettaro (prima erano necessari tre ettari); stesse condizioni per gli hobbisti, ma fuori dai mille metri.

Le motivazioni del ricorso alla Corte costituzionale non sono state ancora pubblicate e probabilmente l'assessore all'Urbanistica Quirico Sanna attende di leggerle prima di pronunciarsi. Ad ogni modo, nel comunicato del Consiglio dei ministri si parla di «numerose disposizioni che si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di tutela del paesaggio». In particolare, si violerebbe l'articolo 117 della Costituzione, lettera s, che prevede la legislazione «esclusiva» dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. Ma anche le norme fondamentali della legge urbanistica del 1942 e del testo unico dell'Edilizia del 2001.

Tre i ministeri impegnati nell'esame della legge: oltre a quello degli Affari regionali, quello appena istituito della Transizione ecologica e quello dei Beni culturali. Tutti avrebbero mandato alla Regione note "pesanti", specie sul nodo dell'edificabilità nelle campagne. Ma anche la disciplina di sottotetti, seminterrati e i piani pilotis, e comunque tutto ciò che riguardava le sanatorie, sarebbe stata contestata.

Le reazioni

«Cambia il Governo ma non cambia la sostanza, il tanto discusso Piano casa è stato impugnato per grave incostituzionalità», dice la consigliera regionale dei Progressisti Maria Laura Orrù, «la Giunta Solinas e la sua maggioranza prendano atto del fatto che non possono consentire una cementificazione selvaggia e irrispettosa del nostro territorio e dei nostri beni ambientali e paesaggistici. Dispiace perché la prepotenza e l'impreparazione di questa Giunta sul tema crea solo gravi danni ai cittadini sardi». Secondo il deputato del Movimento Cinquestelle Mario Perantoni, si tratta di «una decisione giusta e inevitabile perché la legge era in palese contrasto con tanti principi di rango costituzionale. Siamo soddisfatti e ora attendiamo fiduciosi la decisione della Consulta».

Roberto Murgia

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