Si torna a parlare del caso di Giuseppe, detto Joe, Ulleri, l'uomo di origine sarda che secondo le ultime indagini, dopo la riapertura del caso in Gran Bretagna, è morto di fame perché i sanitari non lo hanno alimentato.

Affetto da sindrome di down, aveva 62 anni ed era figlio di due emigrati che dopo il secondo conflitto mondiale erano andati nel Lancashire.

Tre anni fa Joe, dopo essere caduto e aver battuto la testa, era stato ricoverato al Manchester Royal Infirmary. Secondo quanto riportano i quotidiani d'Oltremanica e in base a quanto risulta dalle dichiarazioni processuali, per venti giorni il personale sanitario non gli ha fornito l'alimentazione tanto che il 62enne è morto "nella maniera più orrenda", ha detto suo fratello Giovanni ai giurati. "Mio padre Pietro - ha aggiunto - se n'è andato poche settimane dopo perché non ha retto a questa tragedia. Joe era un uomo buono che sapeva farsi benvolere".

In aula la conclusione è stata quella della morte "per gravi mancanze nella cura generale".

A livello medico, a provocare quella fine atroce è stata una polmonite da aspirazione ed embolia polmonare: il cibo è finito nei polmoni e ha causato l'infezione. Da quanto emerso, è stato alimentato con delle cannule inserite nell'esofago e poi nello stomaco, in posizione supina che non è quella indicata.

Ma non solo: era anche stato dimesso nonostante le frattura a un polso e a un femore e gravi lesioni alle vertebre del collo. Quindi il giorno dopo era stato riportato in ospedale.

Importante in quella circostanza è stata la valutazione della perdita di peso: da 56 a 44 chili.

"Speriamo che la storia di Joe possa servire da monito - hanno dichiarato i fratelli Giovanni e Peter - affinché venga cambiato il modo di curare e assistere le persone che hanno difficoltà nel comunicare il loro stato".
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