Green pass e viaggi, è ancora caos: “Si rischia di non partire”
Tanta confusione sulle regole per viaggiare. Nell’Isola la protesta delle discoteche: "Green pass per l’accesso e capienza dimezzata, le nostre attività così potrebbero riaprire”
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A una settimana dalla partenza del Green pass regna ancora il caos sui viaggi in Europa tra prime dosi, quarantena e siti di registrazione.
"Aspettavamo questo Green pass per poter ripartire ma le incombenze per le agenzie di viaggio e per i clienti sono tantissime e in alcuni casi imbarazzanti”, sottolinea Riccardo Cappai, presidente di Assoviaggi Sardegna.
Una sola dose di vaccino dà la possibilità di ottenere il Certificato verde per potersi spostare solo in Italia ma per andare in Europa il Green pass è valido solo dopo 14 giorni dal richiamo. Per andare in qualsiasi altra città europea (o per chi entra in Italia) chi ha fatto solo la prima dose si deve sottoporre al tampone entro le 48 ore precedenti al viaggio. Chi invece arriva dal Regno Unito, dove si sta registrando un picco di contagi dovuto alla variante Delta, oltre al tampone deve sottoporsi alla quarantena di cinque giorni.
"La comunità scientifica sta facendo valutazioni per capire se è opportuno, anche nel nostro Paese, prevedere la validità del Green pass dopo la somministrazione della seconda dose”, ha detto il sottosegretario alla salute Andrea Costa.
"In questa situazione è sempre meglio rivolgersi a un professionista che indichi quali sono le cose corrette da fare per non restare bloccati in aeroporto – specifica Mauro Coppola – A seconda della destinazione, Spagna o Grecia ad esempio, è obbligatorio registrarsi in un sito altrimenti le compagnie aeree non fanno imbarcare. Ma attenzione, ci sono alcuni siti che fanno questa operazione ma chiedono 60 euro a testa mentre in quello ufficiale si fa gratis”.
LE DISCOTECHE – Una situazione di caos che si ripercuote anche per le discoteche: una ventina di gestori di discoteche e sale da ballo del nord Sardegna ha occupato simbolicamente la sede Rai di Sassari in via dei Mille. Una protesta organizzata dalla Silb, sindacato delle discoteche in contemporanea con altri sit-in analoghi nelle sedi Rai di altre regioni d’Italia: “Un’occupazione pacifica perché vogliamo essere ascoltati - spiega Piero Muresu, presidente per la provincia di Sassari del Silb Confcommercio - siamo chiusi da 17 mesi, abbiamo bisogno di risposte chiare”.
Gestori di sale di ballo e discoteche dalla Gallura al Sassarese si sono riuniti dopo che hanno tentato di presentare al Governo proposte per la possibile riapertura senza ricevere risposta: "Verifica del green pass per l’accesso nei locali e capienza dimezzata - spiega Muresu - le nostre attività così potrebbero riaprire, anche in seguito al via libera del Comitato tecnico scientifico, nel pieno rispetto delle prescrizioni da noi stessi proposte a tutela della salute di clienti e dipendenti”.
"Siamo al 17° mese di paralisi delle nostre imprese - aggiunge Muresu - e ad oggi non vi è ancora alcuna certezza sul decreto governativo che dovrebbe stabilire la data di riapertura dei nostri locali”.
(Unioneonline)
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