Chiedono un comparto separato e il riconoscimento anche economico della professione. Sono gli infermieri sardi, protagonisti di un flashmob davanti al palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari, organizzato in concomitanza in altre quaranta città d'Italia.

"Ci hanno chiamato eroi e applaudito dai balconi - spiega Chiara Alagna, referente per Cagliari del Movimento nazionale degli infermieri - ma noi ci siamo sempre stati prima dell'emergenza Covid-19 e ci saremo anche dopo - questo era l'anno dell'infermiere, ora vogliamo che il governo ci ascolti, mi pare il momento giusto per essere considerati, non possiamo esserlo solo durante l'emergenza".

In via Roma è stato il referente del movimento per Sassari, Andrea Farris, ad elencare al microfono le istanze: "Un contratto adeguato alla nostra professione, una formazione universitaria largamente gestita dagli infermieri perché solo loro possono cogliere le particolarità della responsabilità della professione, il riconoscimento delle competenze avanzata, di tutta la formazione che l'infermiere fa post laurea ma che a livello contrattuale non è riconosciuta". E poi un adeguato salario: "Ad oggi gli infermieri italiani sono i meno pagati d'Europa nonostante siano i più ricercati, tanto che in tanti vanno ogni anno nel resto del mondo perché son pagati di più e utilizzati in ambiti con livelli d'assistenza molto alti".
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