Europei 2032, Cagliari sì o no? Il ministro Abodi si corregge sugli stadi in corsa
Un intervento in Senato, dove fra le possibili sedi non è citato il capoluogo sardo, fa discuterePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Ci saranno 5 o 6 stadi: Torino, Roma e Milano sono sedi inevitabili, poi ci sarà una bellissima competizione che comprenderà Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo. Il dossier per gli Europei del 2032 comprendeva 10 stadi, Palermo si aggiunge di fatto perché comunque c'è una prospettiva anche lì». A dirlo è il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, in un intervento oggi in Senato: dichiarazioni che hanno fatto pensare a una possibile esclusione di Cagliari dalle città in lizza per ospitare la manifestazione, che l’Italia organizzerà assieme alla Turchia, visto che il capoluogo sardo non era più nominato. Ma, in realtà, si è trattato solo di una svista: Cagliari è e rimane in corsa per tornare a far parte di un grande appuntamento internazionale, dopo Italia ‘90.
Ad aprile 2023, il progetto dell’impianto che sarà intitolato a Gigi Riva e dovrà sorgere al posto del Sant’Elia – abbandonato da sei anni e mezzo – è rientrato fra quelli indicati dalla Figc nella candidatura dell’Italia per gli Europei, che si è vista assegnare l’evento a ottobre dello scorso anno. Cagliari aveva “battuto” proprio Palermo, che è rimasta come opzione di riserva pronta a subentrare nel caso in cui dovessero esserci problemi su qualche altra sede. E le parole del ministro Abodi, in occasione della presentazione del disegno di legge di Forza Italia per la costruzione e ristrutturazione degli impianti sportivi, hanno fatto pensare che il capoluogo siciliano avesse “rimpiazzato” quello sardo viste le lungaggini dell’iter burocratico per poter costruire il nuovo stadio. Nulla di tutto questo: la candidatura sarda prosegue, con la decisione definitiva sugli impianti che dovrà essere comunicata all’Uefa a ottobre 2026.
«Sto spiegando», ha detto Abodi, «a tutti i sindaci, agli assessori allo sport e all'urbanistica, i presidenti e gli amministratori delegati dei club che l'appuntamento del 2032 è certamente importante, ma noi degli stadi abbiamo bisogno prima». Un discorso che tocca anche Cagliari, dove l’augurio è che per il 2025 inizino quantomeno i lavori di demolizione del Sant’Elia. E che di recente ha visto diversi contatti fra l’amministrazione comunale e il Cagliari Calcio per riuscire a definire le ultime questioni.