Un bonus ha fatto rientrare - per ora - l'emergenza spazzatura dovuta alla chiusura degli impianti di smaltimento. La società che gestisce la discarica di Iglesias (scelta per gestire l'urgenza) ieri mattina ha alzato l'indice della quota di rifiuti concessa al Comune di Cagliari (era di 60 tonnellate) e la situazione è tornata alla (quasi) normalità.

"È stato fondamentale l'innalzamento della quantità di secco che abbiamo potuto conferire e il grande lavoro dell'ufficio per l'igiene del suolo che ha gestito le situazioni più critiche", spiega l'assessora competente Claudia Medda. Il livello di guardia, però, con l'impianto principale fuori uso e quello di emergenza in tilt (seppur temporaneamente) resta alto.

GUASTI A CATENA - La crisi dello smaltimento dei rifiuti è stata innescata dalla contemporanee avarie dell'impianto Tecnocasic (situazione ormai cronica ma che dovrebbe avviarsi a una soluzione) e della discarica di soccorso di Villacidro che mercoledì mattina ha dovuto rallentare l'attività a causa di un guasto al nastro di pre-selezione. Da qui l'esigenza di rivolgersi al terzo impianto indicato dal piano regionale dei rifiuti, quello che si trova nella zona industriale Is Candiazzus, alla periferia di Iglesias.

L'ANNUNCIO - "Non ritireremo la frazione secca dalle vie della città perché la priorità sono gli ospedali, i servizi sanitari e i mercati civici", aveva annunciato l'esponente della giunta mercoledì mattina. Ieri, però, gli operai della De Vizia hanno lavorato come tutti gli altri giorni. "Ultimamente capita sempre più spesso che i rifiuti si accumulino e con il caldo l'odore diventa insopportabile", racconta Micheal Secci, cameriere 24enne del bar Tiffany, con vista sulla schiera di cassonetti di via Dettori (traversa tra largo Carlo Felice e piazza Yenne).

Anche Maurizio Saddi, cagliaritano di 48 anni, all'uscita da un portone in via Santa Margherita, davanti a un mucchio di sacchetti abbandonati sul marciapiede, si augura che le cose migliorino in fretta. "Non è certo un bel vedere, sia perché ci troviamo nel centro della città, nella parte che viene visitata dai turisti, ma anche per noi residenti che qui ci siamo tutti i giorni. Dovrebbero pulire più spesso" conclude.

PECCATO ORIGINALE - In alcuni casi la raccolta differenziata è viziata da un peccato originale da attribuire ai cittadini. Nel bidone blu destinato alla plastica si possono trovare bustoni neri al cui interno c'è un po' di tutto, proprio come nel cassonetto giallo della carta. Oltre a un divano-letto abbandonato all'angolo tra via Sassari e il Corso.

NON SI BUTTA NIENTE - Al Tecnocasic di Macchiareddu dovrebbe essere smaltito il secco residuo, lo spazzamento stradale, l'umido destinato al compostaggio e una parte degli ingombranti (ma solo quelli che si possono triturare). Ma il termovalorizzatore è chiuso a causa di un incendio che ha messo fuori uso un forno e alla manutenzione alla quale sono sottoposti gli altri tre.

"Il primo forno dovrebbe riaprire a metà giugno. E poi, stiamo lavorando a un appalto per recuperare anche le ceneri che sono ricche di metalli", spiega l'amministratore unico Giuseppe Cuccu.

COSA VA DOVE - Il resto della spazzatura viene divisa tra i numerosi consorzi che si occupano di darle una nuova vita: "Il Corepla (plastica) che conferisce alla So. Ma. Ricicla di Macchiareddu, stesso stabilimento che riceve la carta da Comieco (consorzio nazionale), il Coreve ritira il vetro, mentre il ferro, tutte le apparecchiature elettriche o elettroniche vanno al consorzio di filiera Raee", spiega Virgilio Vardeu della De Vizia.

Mariella Careddu

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