“Pillole di insicurezza”. È il nome della battaglia contro il nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana a Cagliari condotta sui social dalle consigliere comunali di Possibile, Giulia Andreozzi e Francesca Mulas Fiori. 

Nel mirino, il provvedimento varato dall’amministrazione guidata dal sindaco Paolo Truzzu e adottato lo scorso febbraio, che secondo le due consigliere conterrebbe norme «sbagliate e paradossali». Errori e paradossi al centro, appunto, della campagna lanciata sui loro profili Facebook. 

Il primo post condiviso da Andreozzi e Mulas ha riguardato il cosiddetto “Daspo urbano”, provvedimento nato nel 2017 per contrastare la violenza negli stadi e oggi esteso agli spazi cittadini: a Cagliari sarà usato infatti usato anche per violazioni minime, come entrare nelle aiuole di un parco o utilizzare oggetti di plastica monouso al mare.

Poi le due consigliere si sono occupate del divieto di bivacco e accattonaggio. «La destra che governa la nostra città - scrivono sui social le due esponenti di Possibile - odia i poveri e gli ultimi della società e lo dimostra con questo articolo, la cui violazione è punita sia con sanzioni economiche elevate, sia con l'ordine di allontanamento, se avviene in una delle zone rosse della città: evidentemente la presenza di queste persone rovinerebbe i salotti buoni della città».

Polemiche anche il divieto di svestirsi, di usare i giochi in maniera non conforme, di esporre oggetti a tema erotico, di consumare cibi e bevande fuori da bar e ristoranti.

«Abbiamo voluto fare questa campagna informativa - spiega Andreozzi - per mettere in guardia la cittadinanza e fare conoscere gli aspetti più preoccupanti e paradossali di questo regolamento, che a detta del sindaco dovrebbe contribuire a riportare sicurezza e decoro a Cagliari: invece porterà solo ulteriore emarginazione, perché punisce i più poveri e deboli».

Il nuovo regolamento, fa eco Mulas, è «uno strumento pasticciato, con divieti assurdi e sanzioni manifestamente sproporzionate. È previsto il Daspo per chi lega la bici a un palo in una delle zone rosse, ma non per chi parcheggia un Suv sul marciapiede, una cannuccia in plastica monouso può portare al divieto di tornare al Poetto per 48 ore. Ma come si può anche solo ipotizzare una cosa del genere?».

Nei giorni scorsi anche la Fiab ha preso posizione contro il giro di vite sulle bici legate ai pali, presentando anche un ricorso al Tar

(Unioneonline/l.f.)

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