Sindacati e studenti uniti, a più di dieci giorni dal terribile crollo all’ateneo di Cagliari, per avere indicazioni chiare “sulle conseguenze di quegli eventi per le politiche della sicurezza e in generale per quelle dell’organizzazione accademica”. Una richiesta, nella sostanza, di interrompere quel silenzio che avvolge un episodio sul quale ancora sono molte le domande, poche le risposte.

La richiesta dei sindacati, attraverso una lettera del segretario generale FLC CGIL Emanuele Usai indirizzata al Rettore e ai componenti del Senato Accademico dell'Ateneo, è di una “convocazione straordinaria del Senato Accademico in modalità aperta”, per rendere partecipe la “comunità universitaria sulle ricadute generali nello svolgimento della vita accademica, sulle problematiche didattiche (logistiche e non) che si sono prodotte e sulle politiche della sicurezza delle strutture in cui viviamo l’università quotidianamente”. Obiettivo, come sottolineato anche da Daniela Pistis, Cgil Sardegna, è “stimolare nuovamente un confronto fra i soggetti che fanno parte della comunità universitaria - docenti, studenti, personale amministrativo – e magari tracciare un percorso di crescita condiviso per il futuro”.

E un appello che va incontro anche alle richieste degli studenti, che in un’altra nota indirizzata a rettore, docenti e personale dell’Università sottolineano la “rabbia” e le “paure” per quanto accaduto e per un diritto allo studio “non garantito”, così come “la sicurezza della comunità studentesca, del corpo docenti e di ricerca e di tutto il personale”.

“Attraverso un'assemblea pubblica, democratica e partecipata – spiegano gli studenti – abbiamo stilato un manifesto che descrive le nostre rivendicazioni”. "Il crollo dell'aula magna Vardabasso – la premessa – non è un'imprevedibile catastrofe, ma il frutto di decenni di tagli all'istruzione e di politiche su misura di aziende, che non mettono al centro il diritto allo studio e gli interessi” degli studenti.

I FATTI – Era la sera del 18 ottobre scorso quando, poco prima delle 22, un edificio dell’Università di Cagliari in via Trentino, a Sa Duchessa, è collassato su se stesso. Un crollo terribile e inaspettato, che avrebbe potuto essere una strage se solo si fosse verificato appena qualche ora prima, quando l’aula magna della struttura era affollata di studenti.

Immediato l’intervento dei soccorsi, che hanno potuto accertare come l’edificio fosse fortunatamente vuoto. Sul caso il pm Giangiacomo Pilia ha aperto un fascicolo per disastro colposo e crollo colposo di edificio, iscrivendo nel registro degli indagati il rettore Francesco Mola, il direttore generale dell’Ateneo Aldo Urru, la dirigente del settore investimenti, manutenzione immobili e impianti Antonella Sanna, e Agostino Zirulia del settore Investimenti e manutenzioni Edilizia e impianti.

L’APPELLO DI LIBERU – "I crolli all’università di Cagliari e le giuste proteste degli studenti del medio Campidano per avere servizi di trasporto degni di questo nome, rappresentano solo gli ultimi esempi in ordine di tempo in merito a un diritto allo studio che in Sardegna è poco più che carta straccia”, il commento degli indipendentisti di Liberu, che sottolineano anche come fra le varie difficoltà degli studenti sardi ci siano quelle di natura economica.

“Il costo dei libri è sempre più alto” spiegano da Liberu, con un “aumento degli stanziamenti” ancora “assolutamente insufficiente” e un “impoverimento progressivo della società” che”impone di rivalutare le stesse stime ISEE delle fasce bisognose di aiuto”. “La Regione dovrebbe operare celermente uno scostamento di bilancio e provvedere ad aggiungere queste misure emergenziali, con nuovi interventi aggiuntivi rispetto a quelli la cui domanda di accesso scadrà il prossimo 4 novembre 2022”.

(Unioneonline/v.l.)

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