Impianti di videosorveglianza da installare in tutti i centri Aias e l'istituzione di apposite commissioni di vigilanza per valutare tutte quelle situazioni controverse che possano comportare sanzioni superiori alla sospensione per un giorno dal servizio.

Sono le richieste indirizzate al management Aias dai segretari regionali Antonino Cois (Fp Cgil), Davide Paderi (Cisl Fp) e Fulvia Murru (Uil Fpl) alla luce di una situazione che definiscono di "scarsa organizzazione del lavoro e di fraintebile approccio ai pazienti".

Non bastavano dunque gli stipendi perennemente in ritardo (sempre tra le 7 e le 8 le mensilità arretrate), sul groppone dell'Aias piovono accuse (già lanciate più volte dai sindacati) per un clima lavorativo a dir poco invelenito che, scrivono i sindacati, "sta causando diversi licenziamenti di colleghi che pur non hanno alternative lavorative pronte e alimentando il timore di molti altri di incorrere in qualche sanzione disciplinare".

Dipendenti Aias in presidio davanti all'assessorato alla sanità
Dipendenti Aias in presidio davanti all'assessorato alla sanità
Dipendenti Aias in presidio davanti all'assessorato alla sanità

A dir poco difficili le condizioni lavorative dipinte dai funzionari sindacali nelle varie strutture Aias isolane nelle quali, rimarcano, "l'approccio degli operatori ai pazienti è talmente fraintendibile da poter facilmente passare dalle accuse di maltrattamento, quando si cerca di contenerli affinché non si allontanino, a quelle di mancata sorveglianza quando gli stessi si spostano senza preavviso".

Una situazione nella quale, aggiungono, "si ha la sensazione che le regole si interpretino per gli amici e si applichino invece per gli altri".

Per quanto riguarda il Sulcis Roberto Fallo, Cisl Fp, parla delle richieste dei colleghi come di "un grido d'allarme da parte di chi davvero non ce la fa più".

L'Aias scrive in una nota che "data la delicatezza delle questioni poste preferisce riservarsi un intervento nei giorni a venire".
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