Continua il viaggio nei rioni del malessere di Cagliari. Dopo Sant'Elia è la volta della borgata di Santa Teresa, a Pirri, un piccolo mondo lontano da occhi indiscreti, fatto di case fatiscenti, fogne troppo spesso intasate e dove le istituzioni - dice chi ci abita - si vedono solo nel periodo delle elezioni.

Bisogna superare l'iniziale diffidenza dei residenti affinché le porte delle case si spalanchino, mostrando il volto di un quartiere che cerca il riscatto ma intanto vive nel degrado.

Tra infissi fantasma, cumuli d'immondezza ammassati per strada e infiltrazioni che corrono lungo i muri. Per sopperire all'assenza degli ascensori (che in quasi tutti i palazzi non sono neanche mai stati collaudati) c'è chi ha montato un montacarichi in balcone, ma ciò che forse più pesa è l'assenza delle istituzioni.

"Siamo figli di un Dio minore, nessuno si preoccupa di noi", protesta Francesco Testa, che dall'87 abita negli alloggi popolari. "Non si possono ammassare le famiglie nelle periferie e lasciarle in balia di se stesse, senza neanche un vigile di quartiere", interviene Anna Maria Piga. È di ritorno dall'hospice dove si appresta a dare l'ultimo saluto al marito che combatte contro un cancro, "è il trentesimo caso, io credo sia colpa dell'amianto che sino a qualche anno fa avevamo sui tetti".

In tanti si sono anche stufati di lamentarsi per le cose che mancano, troppe per elencarle una per una, così - ad esempio - le manutenzioni finiscono per farsele da soli. Poco per volta, perché i soldi non bastano mai, ma il desiderio di vivere dignitosamente supera anche i sacrifici.

Il tour nei quartieri più difficili di Cagliari proseguirà, con il prossimo servizio dedicato al quartiere di Is Mirrionis - San Michele. Il racconto della vita negli alloggi popolari di Santa Teresa su L'Unione Sarda in edicola domani.
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