«Il crollo non fu determinato dal peso della pompa di calore, ma dal suo ribaltamento su un solaio già sovraccaricato in maniera eccessiva nel 1976, quando venne rifatto il pavimento senza demolire quello esistente». È quanto emerge dalla consulenza definitiva depositata ieri alla Procura della Repubblica dall’ingegnere strutturista, Maria Cristina Onnis sul crollo, lo scorso 18 ottobre, della palazzina a due piani dell'Università di Cagliari che ospitava la facoltà di Lingue nel polo umanistico di Sa Duchessa.

L’edificio, infatti, era alimentato da un impianto di climatizzazione aria-acqua, dove le unità interne erano collegate a quella esterna attraverso un’unica tubazione che aveva il compito di convogliare l’acqua per il riscaldamento. «Una pompa di calore si stacca e trascina quella a fianco e poi l’altra ancora, fino a portarsi dietro l’unità esterna. A questo punto la macchina si ribalta e colpisce un travetto che cede», si legge nella relazione tecnica.

«A causa del cedimento di un travetto, evento di per sé non così funesto, si è generato un crollo sproporzionato e progressivo che ha determinato il cedimento di tutto il solaio che si è adagiato come una tovaglia su quello sottostante».  

Durante le demolizioni, in corso in questi giorni, infatti, è stato possibile confermare quella dinamica.

© Riproduzione riservata