Il nuovo piano di risanamento acustico del Comune di Cagliari non soddisfa i commercianti. L’allarme arriva dai sindacati di categoria Fipe Confcommercio Sud Sardegna, Confesercenti, Confartigianato, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, secondo cui «penalizzerà il settore, con una diminuzione delle buste paga, meno produttività per le attività e nessun beneficio per residenti e titolari dei locali, senza alcuna risoluzione per la mala movida». Per questo è stato chiesto «un incontro urgente con il sindaco e tutto il Consiglio Comunale».

Il piano – ad esempio – nel quartiere Marina prevede lo stop delle somministrazioni all’esterno – prima fissata per le 3 – all’1 di notte, con una conseguente riduzione della capienza per i locali e il numero di tavolini. Nel quartiere, l’area studiata è quella tra piazza Savoia, piazza Santo Sepolcro e via Dettori e si tiene conto di un indice di affollamento delle superfici destinate all’attività di somministrazione dei cibi e bevande non superiore a 0,8 persone/mq. Una scelta che porta a un taglio netto dei clienti delle attività – di conseguenza – dei tavolini, così come del personale. «Tra le prime richieste c’è quella di un tavolo tecnico che ci spieghi bene la normativa della Asl, perché la regola imposta rischia di mandare in rovina le attività senza portare alcun beneficio, specie in determinati orari», dicono le associazioni datoriali.

Il piano è stato approvato nel mese di aprile 2021. L’avvocato Nicola Ibba, legale della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, aveva presentato un ricorso al Tar contestando le rilevazioni del piano che risalivano al 2016-2017, pertanto il Comune aveva deciso di avviare nuove rilevazioni. Tra settembre 2022 a settembre 2023 sono state rifatte tutte le rilevazioni, e la Fipe Confcommercio Sud Sardegna è stata convocata a fine novembre. In quell’occasione la comunicaizone: il piano sarebbe stato portato in commissione per essere riapprovato. Il 15 dicembre, prima della convocazione arrivata all’associazione di categoria da parte della commissione, l’avvocato Nicola Ibba ha presentato un’istanza di accesso agli atti all’Arpas e al Comune chiedendo di avere copia di tutti gli esposti ricevuti dal Comune presentati dai residenti legati alla movida e di tutte le rilevazioni fatte dall’Arpas, per partecipare ai lavori della commissione e presentare osservazioni e il punto di vista degli esercenti.

L’8 gennaio è arrivata una nuova convocazione, con l’accesso agli atti che è rimasto al palo. «Ci è stato risposto che avremo gli atti in mano il 15 marzo, anche se per legge non devono passare più di 30 giorni. Sono passati due mesi e forse gli atti arriveranno entro 90 giorni anziché entro 30». Le sigle sindacali restano in attesa di un incontro con il primo cittadino: «Non vogliamo portare avanti il piano di risanamento acustico così come è ma vogliamo apportare alcune modifiche che al momento non possiamo presentare perché non abbiamo la documentazione richiesta».

(Unioneonline)

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