Operai al lavoro dentro la gabbia di metallo, fuori i commercianti piangono. «Il Comune deve assumersi la responsabilità di ciò che sta capitando. Sono sull'orlo della disperazione, mi stanno venendo idee strane in testa».

Ad accompagnare il futuro della nuova piazza Garibaldi ci sono due melodie in sottofondo: il suono delle ruspe in azione di primo mattino e il De profundis intonato dai titolari delle attività con vista sul cantiere.

C'è chi annuncia di volersi rivolgere a un avvocato per chiedere al Comune i danni per il mancato guadagno e chi ormai sembra aver poca voglia di lottare. «Oggi ho incassato 10 euro, ho una famiglia da mantenere, cosa devo portare ai miei figli?», domanda disperato Alberto Faggioli, titolare delle stazione di servizio incastrata tra la gabbia metallica e via Sonnino. «Stringo i denti da undici mesi ma con le transenne messe qualche giorno fa non arriva neanche più l'autobotte. Sono isolato e disperato».

È il rovescio della medaglia del progetto milionario destinato a riqualificare lo spiazzo davanti al Riva, partito a inizio anno e con data di ultimazione ancora da stabilire. Lavori fissati dal Comune in 180 giorni: termine evidentemente disatteso e che non sembra offrire ancora certezze.
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