La Sardegna davanti al Businco: «Dignità per i malati di tumore»
A Cagliari mobilitazione per il chirurgo licenziato dal Brotzu, Massimiliano Tuveri, e per denunciare le carenze di una sanità «allo sbando»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Giustizia per Tuveri». «Dignità per la sanità sarda». «Un primario lo vogliamo». «Giù le mani dall’Ogliastra». È un'altra mattina difficile davanti al Businco, l'ospedale oncologico di Cagliari che «stanno smantellando». Alle 10 l'appuntamento davanti all'ingresso. In decine sono sotto il sole. Ciascuno con la propria storia, ciascuno per la propria battaglia.
La mattina di protesta è stata ufficialmente organizzata per difendere Massimiliano Tuveri, l'oncologo di fama internazionale tornato in Sardegna l'anno scorso, operativo all'Arnas Brotzu da giugno 2024 e demansionato di recente. Persino da Venezia una signora è arrivata per difenderlo. «Ha salvato una persona cara», dice Maria Elisabetta Pacchiani.
Ma poi l'occasione è buona per denunciare «la sanità sarda allo sbando, questa Giunta con la presidente Todde e l'assessore Bartolazzi non sta mantenendo le promesse, neppure sul Businco», come afferma Giancarlo Nonnis, un rappresentante delle associazioni che difendono il diritto alla salute.
Sono le testimonianze a segnare la mattina. Egidio, da Lanusei, dice che «se non fosse stato per il professor Tuveri, che mi ha operato quando qua non capivano cosa avessi, sarei sotto i cipressi. Sono dovuto andare a Verona», dove il medico, un luminare soprattutto dell'oncologia chirurgica al pancreas, lavorava. Prima del ritorno in Sardegna, finito come sappiamo.
La disperazione per la sanità sarda che non funziona è anche nei toni tra comitati che si sollevano. «Siamo qui solo per il dottor Tuveri», dicono alcuni. «È giusto che parlino tutti", si fanno sentire altri. Una divisione, alla fine, solo apparente. Perché al Businco, appena dentro il cancello dell'ingresso, ad andare in scena è solo un'altra mattina di disperazione per chi, impotente, chiede di essere curato.