Cagliari, la scuola scende in piazza: «Basta precariato, l’istruzione è il futuro»
Tra le richieste una riforma dello Statuto sardo per salvare le cattedreVideo di Francesca Melis
C’è un filo invisibile che lega i destini dei docenti precari, degli studenti e delle famiglie sarde: il futuro della scuola pubblica, e con essa, quello dell’intera comunità. Oggi, quel filo in piazza Garibaldi a Cagliari si è trasformato in una catena di voci e passi, dove il Movimento Precari Sardi in Cattedra, insieme a cittadini e associazioni, ha chiesto a gran voce una svolta radicale nelle politiche educative.
Un grido che risuona forte dalla Sardegna all’Italia intera, intrecciandosi con le proteste organizzate a livello nazionale da CDS e IlProfSpecializzato. In questo coro di rivendicazioni il messaggio: la scuola pubblica non può più essere il terreno di una guerra di sopravvivenza per i docenti né un campo minato per chi sogna un’istruzione di qualità.
Tra le richieste del movimento, la stabilizzazione immediata dei docenti precari e il rifiuto netto della formazione INDIRE, vista come un ostacolo burocratico che, paradossalmente, avvantaggia chi si affida a titoli esteri di dubbia legittimità, penalizzando i professionisti formati con percorsi rigorosi in Italia.
A ciò si aggiunge la richiesta di un’apertura delle Graduatorie di Merito (GM) ad esaurimento per il concorso PNRR1, una misura essenziale per garantire trasparenza e progressività nella chiamata dei docenti già selezionati. Sullo sfondo, un’altra battaglia: l’opposizione al concorso PNRR2, avviato nonostante il paradosso di centinaia di posti ancora scoperti dal precedente concorso.
E poi c’è un’idea di autonomia scolastica sarda: riformare lo Statuto Speciale della Sardegna per ottenere poteri simili a quelli del Trentino-Alto Adige nel reclutamento e nella gestione del personale scolastico. Un passo necessario per affrontare l’emergenza demografica e valorizzare le specificità territoriali.