C’è la mano dolosa dietro il devastante incendio divampato giovedì sera nella baraccopoli –appena sgomberata – di via San Paolo a Cagliari.

La certezza che il maxi-rogo sia opera di incendiari è arrivata dagli accertamenti dei vigili del fuoco – impegnati per ore e ore a domare le fiamme – che hanno individuato vari inneschi, collocati in diversi punti dell’area.

Qualcuno, dunque, ha deliberatamente appiccato il fuoco per devastare ciò che restava delle baracche demolite dalle ruspe del Comune, facendo al contempo bruciare i cumuli di rifiuti e rottami presenti nella zona.

Gli uomini del 115 sono tuttora impegnati a domare i focolai ancora attivi, mentre c’è preoccupazione per il fumo nero sprigionatosi dalle cataste di immondizia, che hanno immesso nell’aria sostanze nocive, a cominciare dalla diossina. 

Le fiamme (Video di A. Piras):

L'incendio (video di A. Piras)

"Stiamo facendo il possibile affinché al più presto la situazione torni alla normalità", ha spiegato il comandate della Polizia municipale Guido Calzia.

La Protezione civile comunale, come confermato dall'assessore della giunta Truzzu Andrea Floris, ha attivato tutte le procedure e tutti gli enti competenti per effettuare le verifiche. Al lavoro anche i tecnici dell'Arpas per i campionamenti dell'aria.

"Analizzeremo i dati per verificare la presenza di eventuali elementi pericolosi", ha detto il direttore dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, Alessandro Sanna. 

IL SINDACO – Sul posto anche Paolo Truzzu: "Oggi sono tornato in via San Paolo per verificare l'effetto dell'incendio appiccato ieri notte all'ammasso di rifiuti accumulati negli anni", scrive su Facebook il primo cittadino.

"Voglio dire solo due cose: la prima è che sono felice che nessuno si sia fatto male e non ci siano stati danni alle altre attività. Grazie ai vigili del fuoco per il grande lavoro svolto. La seconda è che non ci fermeremo. Puliremo e bonificheremo tutto. E cercheremo senza sosta i 4 scemi responsabili di questo scempio per assicurarli alla giustizia. Perché la pacchia è finita".

(Unioneonline/l.f.)

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