Da 17 anni, nel pieno centro di Cagliari, un numero imprecisato di persone occupa - abusivamente - un pezzo di viale Regina Elena: un'area di circa un ettaro, di proprietà comunale. Inutile la sfilza di promesse di politici di ambo le parti, che a turno dissero: «Stiamo cercando una soluzione».

«Ordinanza di rilascio e sgombero per occupazione senza titolo», recitava l'ordinanza dirigenziale del 26 giugno 2018, a firma della dirigente del servizio Tributi e Patrimonio Francesca Brundu. Il documento in questione intimava il rilascio dei due fabbricati e di tutta l'area rientrante nei civici 34-36-36A entro e non oltre dieci giorni, ma è rimasto lettera morta; come tutte le lodevoli intenzioni profuse nel corso degli anni dai vari esponenti delle amministrazioni che si sono succedute senza riuscire a porre rimedio all'occupazione abusiva dei record. Iniziata nel lontano 2006, dopo lo sfratto del Charanga, che per quanto animasse le notti cagliaritane sembrava non fruttasse abbastanza al Comune.

Spenta la musica è iniziata l'occupazione - senza titolo - di questa fetta di città progettata dall'architetto Ubaldo Badas.

«Da molto tempo denuncio l'occupazione abusiva di questo spazio di pregio della città, sottratto alla comunità con uno stato di illegalità che va avanti da diciassette anni e che ritengo non si possa più tollerare», commenta Enrica Anedda Endrich (FdI), presidente della commissione Cultura, Spettacolo e Verde pubblico. «Uno spazio di pregio rubato alla cittadinanza, dove non ci si può nemmeno affacciare, se non rischiando di essere minacciati come capitato a me», racconta.

Sara Marci 

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