La scorsa estate era stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione al termine del processo penale, celebrato con rito abbreviato, con l’accusa di essersi tenuto migliaia di euro sequestrati ai trafficanti di droga. Ora il sottufficiale della Guardia di Finanza, Alessandro Tedde, vice brigadiere di 41 anni, ha ricevuto anche la condanna dalla Corte dei Conti: dovrà pagare oltre 132mila euro, più interessi e rivalutazioni, al Ministero della Giustizia.

Il processo erariale

Il procedimento erariale di primo grado si è chiuso davanti al collegio presieduto dalla giudice Donata Cabras, dove il militare è comparso difeso dagli avvocati Giulio Steri e Francesco Cocco Ortu. A rappresentare la Procura regionale c’era la sostituta Fabiana Olla che aveva curato la pratica nei confronti del vice brigadiere del Nucleo Operativo Metropolitano di Cagliari, dopo la trasmissione degli atti da parte del pubblico ministero che ha condotto le indagini penali per peculato e falso. I reati, secondo l’accusa, sarebbero stati commessi tra l’ottobre 2019 e il maggio 2022. La scoperta I guai per il sottufficiale sono iniziati nel 2021, quando nel corso di un controllo era emerso che nel Fondo Unico Giustizia (FUG) non erano stati versati 77.420 euro sequestrati ad una persona arrestata per importazione illecita di sostanze stupefacenti. «Nell’ambito della pattuglia operante», contesta la Procura erariale, «il sottufficiale era il responsabile della pattuglia per la fase della repertazione, conservazione e custodia dei beni sequestrati». L’arresto, è poi emerso, risaliva al 26 ottobre 2019 e, in sede di convalida, il pubblico ministero aveva disposto di versare i soldi nel Fug. Quando due anni dopo è venuto fuori che il denaro nel fondo non c’era, è emerso che anche altre somme, sequestrate nell’ambito di interventi di contrasto allo spaccio di droga, erano state trattenute dal militare.

Le indagini

L’inchiesta compiuta dalla stessa Guardia di Finanza – almeno secondo l’ipotesi dell’accusa – avrebbero «svelato con certezza l'attività fraudolenta» e il sistema utilizzato per eludere i controlli. Un trucco semplice semplice: sarebbe stato contraffatto il libretto intestato al Fug che il vice brigadiere avrebbe mostrato ai superiori con il versamento: anziché far confluire gli oltre 77mila euro recuperati nell’operazione antidroga, ne erano stati versati unicamente mille. La successiva ricognizione svolta sui fascicoli dell’attività effettuata da Alessandro Todde avrebbe fatto emergere molti altri casi di omessi depositi, sino ad arrivare a 132.415 euro. La cifra pretesa dagli inquirenti erariali. Le difficoltà A spingere il militare a commettere reati sarebbe stata la disastrosa situazione finanziaria legata agli ingenti debiti maturati nei confronti dell’ex moglie, da cui aveva divorziato, e di alcuni colleghi. La difesa ha fatto presente che il finanziere si trovava senza lavoro, in una situazione economica di grande difficoltà, e ha invocato l’uso del potere riduttivo dell’addebito. La Corte dei Conti ha ravvisato il dolo nella condotta del vice brigadiere, condannandolo a pagare l’intera cifra contestata al Ministero della Giustizia. La sentenza può essere appellata. 

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