Il rischio è reale, la questione si fa spinosa.

Per i buongustai cagliaritani che ogni stagione attendono il primo novembre per far scorpacciate di uova di ricci di mare, il 2017 potrebbe davvero essere classificato come l'anno nero.

I raccoglitori subacquei professionali in possesso di licenza minacciano di incrociare le braccia e restare a terra perché impossibilitati a spostarsi dal loro comparto su disposizione del ministero. E questo a differenza degli altri colleghi della pesca costiera artigianale autorizzati a raggiungere quantomeno i compartimenti limitrofi. Una disposizione che cozza con le disposizioni regionali.

"L'assurdo - sostengono per le associazioni di categoria, Giovanni Loi dell'Agci, Renato Murgia del Flag e Roberto Savarino di Federcoopesca - è che Roma dà le direttive e la Regione non interviene. Di fatto sono i capi del compartimenti marittimi, ovvero i comandanti delle Capitanerie, a rilasciare le autorizzazioni alla raccolta".

LE REGOLE - Un disordine che si sta protraendo da anni con una raffica di sanzioni e multe a chi si ritrova ad operare in questo marasma. Che ha tra l'altro portato nelle ultime stagioni di raccolta ad una guerra tra operatori cagliaritani e colleghi oristanesi.

"Tra l'altro il ministero ha scritto alla Regione dicendo: occupatene tu. Ma la Regione ha sempre rimandato, anche per via delle tensioni tra pescatori", ricorda Giovanni Loi.

LA CITTADELLA - Adesso, mentre gli assessorati comunali ai Lavori pubblici e alle attività produttive hanno iniziato a predisporre i basamenti che ospiteranno a Su Siccu le sei postazioni della cittadella per la vendita delle gonadi rigonfie di prelibate uova ("Abbiamo anticipato i tempi per essere pronti con l'inizio della stagione di pesca", dice l'assessora Marzia Cilloccu), chi i ricci dovrà strapparli al mare e portarli su quei banchi ha deciso di scegliere la linea dura.

Appoggiati dalle associazioni di categoria che in sede di commissione pesca annunciano battaglia.

Una protesta che potrebbe sfociare nella mancata firma del decreto di avvio della stagione di raccolta.

La sintesi: tutti a terra, e non soltanto i cagliaritani che rappresentano il settanta per cento delle 189 licenze rilasciate dalla Regione.

L'IPOTESI - Insomma, dal primo novembre la cittadella dei ricci di Su Siccu rischia di restare deserta per via del "fermo biologico" scelto per protesta dai raccoglitori professionali.

"Da anni si parla della risorsa in grandi difficoltà, lo hanno detto gli studi scientifici dell'Università ma nonostante questo non si interviene seriamente per tutelarla. Gli operatori l'anno scorso hanno deciso di fermarsi ogni lunedì per contribuire a ridurre lo sforzo di pesca, ma è la Regione che deve legiferare", sostengono le associazioni di categoria.

Andrea Piras

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