«È stata uccisa, chi sa si liberi la coscienza». Non si arrendono i familiari di Manuela Murgia, la sedicenne trovata morta nella gola di Tuvxeddu, a Cagliari, nel 1995, che ora chiedono l’aiuto del web per trovare nuovi indizi per la riapertura del caso.

Nonostante siano passati quasi 30 anni, tra i parenti si fa sempre più forte la convinzione che l’adolescente non si sia suicidata, come invece sostenuto dal verdetto delle indagini. «Alla luce dei fatti  – scrivono su Facebook – e dopo essere venuti a conoscenza di tutta l’atroce sofferenza che la nostra amata sorella ha patito, siamo nuovamente qui a chiedervi di prendere coraggio e raccontare quello che sapete, in virtù del fatto che magari siete stati suoi amici, o che magari al giorno d’oggi siete genitori, oppure se volete togliervi un peso dall’animo e liberarvi di questo ricordo. Qualsiasi cosa abbiate visto, sentito o una confidenza anche per vie traverse, un’informazione che per voi può non essere pertinente o importante ma per noi lo è».

Il post poi continua, con domande e date precise: «Hai visto Manu salire in un’auto nei giorni che precedono la sua morte? Oppure il giorno della sua scomparsa sabato 4 febbraio 1995? Ti è capitato di averla vista/incontrata nella zona di Via Is Maglias (Cagliari) magari in compagnia di qualcuno/a (giorni precedenti/giorno della scomparsa)? La conoscevi o eri una sua amica? L’hai vista in uno stato d’animo particolare? (preoccupata, spaventata, terrorizzata, triste)? Ti ha confidato qualcosa? Vi ricordiamo i mezzi con i quali potete farci pervenire queste informazioni anche in maniera totalmente anonima. La nostra mail: giustiziapermanuelamurgia@gmail.com oppure sempre attraverso la mail anche un appuntamento di persona. Ringraziamo di cuore ognuno di voi per tutto l’aiuto e sostegno che ci state dando».

(Unioneonline)

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