I “compensi extracontrattuali” di alcuni dipendenti del Teatro Lirico di Cagliari nel mirino dei sindacati.

Fistel Cisl Sardegna, USB Sardegna e LiberSind Sardegna hanno inviato una lettera al Sovrintendente e al Consiglio del teatro e ai Revisori dei conti dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato, per avere chiarimenti sulle somme erogate «in modo forfettizzato e con frequenza mensile o annuale, per espletare mansioni e ricoprire incarichi, in alcuni casi senza prevederne un termine temporale».

Nella nota, a firma dei segretari Omar Marras, Omar Trudu e Giuseppe Lo Curcio, viene chiesto, tra l’altro «se sia legittimo riconoscere, senza alcun termine, 800 euro mensili al primo violino dell’orchestra, con accordo per trasformare il contratto in part time verticale al 30% e tuttora in periodo di prova, per prestazioni difficilmente quantificabili e che potrebbero non essere richieste dai prossimi Sovrintendenti».

Ancora: «Se per i ruoli assegnati ad alcuni dipendenti, alcuni senza termine, non fosse opportuno, o necessario, l’accertamento dei requisiti all’esito di valutazioni in comparazione con altri lavoratori, tramite manifestazione di interesse».

E poi: «Se corrisponda al vero che alcuni dipendenti ricevano, o abbiano ricevuto, 500 al mese per “reperibilità”, senza che siano noti i criteri per individuare tale somma» e «se corrisponda al vero che siano stati assegnati a un dipendente 6.000 euro una tantum con la motivazione di gratificare l’impegno, la disponibilità e la dedizione profuse nello svolgimento delle proprie mansioni».

E ancora: «Se corrisponda al vero che a una dipendente siano stati riconosciuti 2.200 euro al mese, per 4 mesi, oltre il normale stipendio, per la redazione dei bandi di concorso» e «con quale criterio sia stata individuata tale somma, che corrisponde, circa, allo stipendio mensile di un ulteriore lavoratore».

Ma sono tante altre le richieste di chiarimento messe nere su bianco dai sindacati, che dopo avere appreso «con disappunto» dell’esistenza di tali compensi extra chiedono ora «una urgente risposta».

(Unioneonline)

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