Cagliari, false assunzioni per favorire l’immigrazione clandestina: azzerato il processo
Al vertice del sistema, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata Sabrina Giacomini, figlia dello scomparso "mago" GiancarloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nessuno se ne era accorto. A cinque anni dal rinvio a giudizio, quando ormai il dibattimento sembrava destinato a chiudersi per dare la parola al pubblico ministero per la discussione, il processo alla presunta banda accusata di aver favorito l’immigrazione clandestina, in cambio di denaro, dovrà ricominciare daccapo. Motivo? I reati prospettati dall’accusa sarebbero di competenza della Corte d’assise e non del tribunale collegiale che stava giudicando i 13 imputati. Ieri mattina, i giudici hanno accolto l’eccezione dei difensori, riconsegnando gli atti al pm Enrico Lussu che dovrà nuovamente chiedere la fissazione dell’udienza preliminare. Insomma: tutto da rifare.
L’incompetenza
In gergo tecnico si chiama “eccezione di incompetenza” e viene richiesta quando si ipotizza che un giudice non sia competente a trattare un determinato caso. Questo può riguardare l'incompetenza per materia (il reato non rientra nel suo campo d'azione), per territorio (non si è verificato nel suo distretto) o per connessione (il caso è collegato ad altro reato di competenza di un altro giudice).
E in questo caso, visto che il pm contesta il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con anche l’associazione a delinquere, la competenza è della Corte d’assise e non del collegio che stava giudicando. Se ne sono accorti gli avvocati Sebastiano Desogus, Valeria Cau, Massimo Puddu, Fabio Pili, Massimo Atzeni, Hiram Cossu e Fabio Cannas che hanno formalizzato l’eccezione.
La decisione
Uscito dalla camera di consiglio, il collegio presieduto dalla giudice Lucia Perra (che ha ereditato il procedimento a istruttoria ormai chiusa) ha accolto l’istanza delle difese dichiarando la nullità del decreto che dispone il giudizio e riconsegnando il fascicolo al pubblico ministero affinché provveda con una nuova richiesta di fissazione d’udienza preliminare. Nata da una denuncia per un atto vandalico, l’indagine era sfociata poi con svariate persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, contraffazione di documenti, tentata estorsione e danneggiamento.
L’idea della Procura è che ci fosse un sistema attraverso cui la presunta banda procurasse finti datori di lavoro, abitazioni e documenti falsi ai migranti, mentre altri avrebbero finto di essere titolari delle aziende che procedevano con le assunzioni. Decine gli irregolari che sarebbero stati fatti arrivare così da Bangladesh, Pakistan, India, Ucraina, Africa. Al vertice, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata Sabrina Giacomini, figlia dello scomparso “mago” Giancarlo, ma il processo dovrà ricominciare da zero anche per Stefania Addari, Giovanni Cantarelli, Cristian Desogus, Raj Kumar, Kane Ndama Loum, Gianfranco Marongiu, Roberto Metta, Francesco Secci, Efisio Serra, Roberto Simoni, Simona Muscatello e Tarlok Chohan.