Don Bosco a cagliari si fa in tre. E nasce un’unica comunità.

Da settembre  i Salesiani della Città Metropolitana di Cagliari avranno una nuova fisionomia: un’unica comunità religiosa a servizio dei giovani del territorio, con il compito di animare le tre case salesiane, ovvero le tre comunità educativo-pastorali che curano tre attenzioni differenti e complementari a servizio dei giovani:

  • la casa di Cagliari Don Bosco è al servizio dei bambini, dei ragazzi e dei giovani con la scuola e l’attenzione al mondo della cultura e della formazione.
  • la casa di Cagliari San Paolo è al servizio dei bambini e dei ragazzi con l’oratorio – centro giovanile e la parrocchia San Paolo, che curano l’evangelizzazione e l’associazionismo giovanile.
  • la casa di Selargius San Domenico Savio è a servizio dei giovani con il Centro di formazione professionale e l’attenzione al mondo del lavoro.

LA STORIA. Il sogno di don Bosco  a favore dei ragazzi e dei giovani, soprattutto i più poveri, si legge in una nota dell’istituto religioso, «continua con rinnovato entusiasmo, avendo nella comunità salesiana il suo nucleo carismatico, con il coinvolgimento  di tanti laici e giovani che, diventando protagonisti della propria crescita, realizzano la bellezza di un carisma educativo presente in 136 Paesi del mondo. Anche lì dove i cristiani sono ancora perseguitati e non è tutelato il diritto della libertà religiosa, i salesiani sono chiamati dai governi a fondare nuove scuole e centri di formazione professionale. Un carisma educativo efficace che contribuisce a far crescere «onesti cittadini e buoni cristiani» da oltre 180 anni».  L’avventura a Cagliari è iniziata  110 anni fa, quando nell’ottobre 1913 si inaugurò il primo anno scolastico nell’allora via degli Orti, oggi via sant’Ignazio da Laconi. Da allora, generazioni di ragazzi «si sono alternate sui banchi della Scuola Media e dei Licei, e dagli anni Novanta anche nella Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria dell’Infanzia Lieta». 

 Nel 1955 fu eretta la parrocchia San Paolo, nel quartiere popoloso e popolare di Fonsarda, che si caratterizzò fin da subito per il suo oratorio e centro giovanile, le attività sportive anche di alto  livello. Ed infine nel 1967 il grande Centro di Formazione Professionale a Selargius, «che ha formato un’enormità di tecnici specializzati in vari settori del mondo del lavoro, in particolare meccanici d’auto, frigoristi, saldatori, elettricisti». 

DA SETTEMBRE. Una storia che nella città metropolitana di Cagliari vedrà un’unica comunità di religiosi, guidata da don Angelo Santorsola, chiamato a questa sfida a partire dal primo settembre.

Don Santorsola, 55 anni originario di Caserta, finora è stato ispettore (Superiore provinciale) dei Salesiani della Italia Meridionale e prima aveva già ricoperto anche incarichi di direzione e formazione a Napoli e a Genzano di Roma. Come responsabile diretto nell’ambito della scuola arriverà il genovese don Francesco De Ruvo, 42 anni, già impegnato in incarichi di animazione nella Provincia religiosa dell’Italia Centrale, mentre don Marco Deflorio proseguirà come parroco di San Paolo.

In prospettiva e in programmazione l’orizzonte è quello di una missione sempre più unitaria, che non annulla le differenze e le peculiarità di ogni singolo ambiente educativo, che prevede iniziative e attività in un’unica offerta educativa. Già in quest’estate 2023 è attivo un segno molto concreto: l’unica Estate Ragazzi Salesiana con oltre 300 bambini e ragazzi iscritti per le cinque settimane di esperienza estiva, che vanno ad aggiungersi a quelli dei Campi Scuola formativi che si svolgeranno ad Alghero.

«Questo nuovo assetto delle case salesiane – afferma don Stefano Aspettati, Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale – è una sfida per noi religiosi, ma anche una splendida occasione per rinforzare il carisma salesiano a Cagliari, assieme a tanti laici e giovani e alla Famiglia Salesiana. L’invito alla sinodalità che ci fa Papa Francesco e che sentiamo urgente si traduce anche in nuove strade da percorrere con coraggio e creatività al servizio dei giovani».

La nuova unica comunità salesiana, intitolata a Nostra Signora di Bonaria, sarà quindi composta da circa 20 religiosi, alcuni più anziani, altri più giovani, alcuni ancora in formazione iniziale, altri molto conosciuti in città, perché si sono spesi per tanti anni nella scuola come nell’oratorio.

(Unioneonline)

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