Cagliari, anziana col femore fratturato: niente intervento da oltre 10 giorni
Rimpallata tra ospedali perché i macchinari non funzionano, attende in barella un’operazione che doveva essere effettuata in 48 ore. Ma il sistema è al collassoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Rimpallata da un ospedale all’altro, aspetta di essere operata per una frattura al femore. Ma tra reparti al collasso, scioperi dei medici e rinvii una donna di 78 anni è in attesa da oltre dieci giorni. E non sa quando e se sarà sottoposta a un intervento che, per protocollo, dovrebbe essere effettuato entro 48 ore dall’incidente.
È una vicenda di ordinaria malasanità in un sistema che non funziona più quella patita da G.C., settantottenne di Selargius: il suo calvario è iniziato quando è inciampata a causa di un gradino in una struttura pubblica.
Un’ambulanza l’aveva portata al pronto soccorso del Santissima Trinità. Primo problema: le viene comunicato che le macchine per effettuare le radiografie non sono in funzione. Così ecco il trasferimento al Policlinico, che assieme con il Brotzu riceve tutte le emergenze di un territorio vastissimo, a causa della chiusura di tutte le strutture territoriali.
Al Duilio Casula la lastra viene fatta dopo altre 10 ore di attesa. E viene riscontrata la frattura. Ma la donna si trova costretta su una barella per altri due giorni in corridoio: assistita dal personale che fa i salti mortali, ma senza la possibilità di essere trasferita in reparto, perché saturo.
«Non sanno quando la potranno operare, catena di medici e chirurghi», racconta un familiare, «dopo 9 notti le dicono che l'avrebbero operata il 31 ottobre». Cioè, ieri. «La portano in sala operatoria e la lasciano 12 ore in attesa a digiuno per poi scoprire che il medico è in sciopero».
Quindi viene disposto il ritorno in reparto, «e le dicono che il 1 novembre è festa e non la possono operare, il 2 e 3 è weekend, quindi l'operazione salterà a lunedì 4 novembre». Forse.
(Unioneonline/E.Fr.)