A cinque mesi dal caso Kean si torna a parlare della curva Nord del Cagliari per un episodio a sfondo razzista.

Ieri sera alla Sardegna Arena ad essere preso di mira - da un gruppo sparuto di tifosi, si evince dai filmati che girano in rete - è stato il centravanti dell'Inter Romelu Lukaku.

Insulti e "buu" razzisti che hanno innervosito non poco il belga. Lo si è visto già in campo, oggi è arrivata conferma con il post dello stesso Lukaku. "Molti giocatori nell'ultimo mese sono stati fatti oggetto di insulti razzisti. A me è successo ieri. Il calcio è un gioco che deve far felici tutti e non possiamo accettare nessuna forma di discriminazione. Spero che tutte le Federazioni del mondo reagiscano duramente contro tutti i casi di discriminazione", scrive l'ex Manchester su Instagram. "Signore e signori - conclude dopo un passaggio sugli insulti razzisti che si vedono quotidianamente anche sul web - è il 2019, invece di andare nel futuro stiamo tornando indietro".

Lukaku ha ricevuto la "piena solidarietà" del Cagliari Calcio, dell'Assocalciatori e della Lega Serie A.

IL CAGLIARI CALCIO - Durissimo il comunicato del club di Tommaso Giulini. Il Cagliari "prende con forza le distanze dagli sparuti, ma non meno deprecabili episodi verificatisi alla Sardegna Arena".

E ribadisce "l'intenzione di individuare, isolare ed estromettere dalla propria casa gli ignoranti, anche fosse uno soltanto, che si rendono protagonisti di gesti e comportamenti deprecabili e totalmente agli antipodi dei valori che il Cagliari Calcio porta avanti quotidianamente in ogni iniziativa".

Il club isolano "non accetta che si possa minimizzare quanto accaduto, ribadisce gli alti contenuti morali della sua gente, quella che alberga in tutti i settori dello stadio", ma allo stesso tempo "respinge fermamente ogni accusa infamante e sciocchi stereotipi che non possono essere indirizzati verso i tifosi del Cagliari e il popolo sardo".

L'impegno della società, è la conclusione, "necessita di un supporto reale da parte dei soggetti che operano nel mondo del calcio". Ossia "i veri tifosi, gli stewards, i media, le forze dell'ordine, la Lega Serie A e la Figc".

IL PRESIDENTE FEDERALE E LA FIFA - Il presidente federale Gabriele Gravina ha definito quanto accaduto un "fatto grave, a prescindere dai numeri".

E in serata è arrivata anche una nota della Fifa: "Il razzismo - si legge - non ha posto nel calcio. Esortiamo tutte le federazioni associate, i campionati, i club e i tribunali sportivi ad adottare le procedure previste, nonché tolleranza zero nei confronti degli episodi di razzismo nel calcio, applicando le severe sanzioni previste in casi simili, a cominciare dallo stop alle partite".

ZOLA E BEBE VIO - Sulla vicenda si sono espressi anche Zola e Bebe Vio. "Nel comunicato del Cagliari emerge quello che deve essere: nessuna tolleranza per chi si nasconde dietro un insulto. Il popolo sardo e i tifosi del Cagliari hanno dimostrato da sempre che la passione e la cultura di un popolo è più forte di qualche ignorante", dichiara l'ex fantasista.

La campionessa paralimpica, che ieri era ospite speciale alla Sardegna Arena, ha parlato di "pochi ignoranti". "Io ero lì, il tifo cagliaritano è fantastico, fatto per la maggior parte di famiglie con bambini, che si divertono. Non roviniamo tutto per pochi ignoranti", ha scritto su Twitter.

IL GIUDICE SPORTIVO - Sono attese per martedì le decisioni del giudice sportivo. L'articolo 11 della giustizia sportiva rende le società responsabili per cori che "per dimensione e percezione reale del fenomeno, siano espressione di discriminazione". Decisivo sarà il referto degli ispettori federali.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata