Gli esperti lavorano, gli animalisti protestano. E poi ci sono loro: “Siamo i famosi complottisti”. Lo dicono col tono di coloro che, a questo punto, si sono convinti di aver sempre avuto ragione ma nessuno li ha compresi. All’esterno del parco di Monte Urpinu si identificano con le spille del loro movimento “Is Pipius no si tocant”. Nascono come “no vax”, ogni fine settimana organizzano (ancora) una manifestazione.

Per loro l’abbattimento degli uccelli a causa dell’aviaria non è altro che la dimostrazione della veridicità delle loro tesi. Un passaggio di un progetto (complotto, appunto?) molto più ampio. Ne sono davvero convinti. Tanto che lo affermano al microfono del giornalista Antonello Lai, che sui social lavora con “La Zona” che porta il suo nome. 

In cosa credono? Che i “poteri forti” (non li nominano ma è facile pensare che sia così, visto il contesto) puntino al “transumanesimo, con una popolazione controllata alla stregua dei robot”. Quindi, l’abbattimento dei pavoni di Monte Urpinu sarebbe solo un passaggio di un oscuro disegno più ampio, “poi ridurranno la popolazione”. 

Non si fanno fregare, loro: “Quello che abbiamo detto due anni fa”, afferma con una certa sicumera Stefano Bulla, “sta succedendo adesso. Cioè l’agenda 20/30. Prevede l’eliminazione degli animali domestici”. 

Forse c’è stato uno scambio di agende. Perché la risoluzione dell’assemblea generale dell’Onu, di settembre 2015, esiste. Ma sugli animali dice: “Aumentare gli investimenti, anche attraverso il miglioramento della cooperazione internazionale, in infrastrutture rurali, ricerca agricola e formazione, sviluppo tecnologico e le banche di geni vegetali e animali, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati”. 

Non c’è traccia di abbattimenti. Né di robot. 

(Unioneonline/EF)

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