Undici anni di carcere e risarcimenti per 100mila euro: è la decisione del tribunale di Merate (Lecco) nei confronti di un cagliaritano finito a processo con l'accusa di aver adescato in rete una ragazzina di 11 anni e di averla costretta a spogliarsi e compiere gesti di autoerotismo di fronte alla webcam.

Infine, aveva diffuso i video su internet col titolo "Guardate cosa fa la mia amica".

Una vicenda cominciata nel 2015 che si è chiusa ieri, in primo grado, davanti al collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi.

Il sardo, accusato di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, oltre alle aggravanti dovute alle minacce, si era presentato alla giovanissima - via web - come un suo coetaneo; ne aveva così acquisito la fiducia, poi erano iniziate le pretese.

La difesa dell'uomo aveva puntato sul fatto che ci fossero dubbi circa l'utilizzo reale del computer da parte del suo assistito, e il pm aveva chiesto una condanna a 9 anni e tre mesi, oltre al pagamento delle sanzioni.

I giudici, invece, hanno appesantito la condanna.

(Redazione Online/s.s.)
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